Glaxo Smith Kline: Verona, futuro incerto per oltre 500 ricercatori

 Le grandi multinazionali straniere sembrano intenzionate, nell’ottica della razionalizzazione, della ristrutturazione e della delocalizzazione aziendale, ad abbandonare il nostro Paese. Non c’è solo Alcoa, il colosso americano dell’alluminio, pronto a fare i bagagli e chiudere alcuni stabilimenti nel nostro Paese. Anche il colosso della farmaceutica britannico Glaxo Smith Kline punta a chiudere sei centri di ricerca nel mondo, tra cui quello di Verona dove lavorano oltre 500 ricercatori con il rischio che competenze e professionalità a livello scientifico di livello elevato vadano disperse. I Sindacati chiaramente non ci stanno specie se si considera che l’ultimo bilancio annunciato dalla multinazionale è stato all’insegna della forte crescita degli utili, ragion per cui la decisione secondo le rappresentanze dei lavoratori appare ancor più ingiustificata ed inaccettabile. Sulla vicenda s’è mosso anche Maurizio Sacconi, Ministro del Lavoro, il quale nel corso di un incontro con i Sindacati ha fatto presente come non saranno accettate decisioni unilaterali.

Inps e i nuovi importi 2010 per integrazione salariale, mobilità e disoccupazione

 L’Inps con la circolare n. 18 ha definito i nuovi importi massimi dei trattamenti di integrazione salariale, mobilità e disoccupazione nonché l’importo dell’assegno per attività socialmente utili in vigore dal 1° gennaio 2010.

In questo modo è stato recepito quanto prevede l’articolo 1 della legge n. 247 del 24 dicembre 2007.

Il trattamento di integrazione salariale e la retribuzione mensile di riferimento oltre la quale è possibile attribuire il massimale più alto è stabilito, come consueto, in due misure.

Con una retribuzione inferiore o uguale a euro 1.931,86 l’importo lordo del trattamento di integrazione salariale è fissato a 892,96 euro lordi, mentre con una retribuzione superiore a 1.931,86 euro il corrispondente trattamento di integrazione è pari a 1.073 euro lordi.

Finanziaria 2010, precisazione Inps

 Come si è posto in evidenza in precedenti articoli dedicati alle modifiche introdotte dalla Legge Finanziaria 2010, il Legislatore ha inteso ampliare la platea degli utilizzatori del lavoro occasionale di tipo accessorio in modo particolare modificando l’art. 70, decreto legislativo 10 settembre 2003, n.276.

A questo riguardo la legge 23 dicembre 2009, n. 191 (o anche conosciuta come “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge Finanziaria 2010”) introduce, infatti, importanti novità in questo delicato campo.

Per dare risposte mirate e, nel limite del possibile, sempre più precise, l’Inps, il primo ente previdenziale del settore privato, con circolare n. 17 ha deciso di intervenire dettagliando le modifiche rispetto alla precedente normativa.

Pensioni 2010, le donne del pubblico impiego

 Dal 1° gennaio 2010 per le donne del pubblico impiego si cambia registro. I requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione saranno adeguati in base alla speranza di vita secondo gli accertamenti condotti dall’ISTAT e dall’Eurostat.

Da quest’anno per ottenere la pensione di vecchia occorre dimostrare di aver compiuto 61 anni d’età. Questo è il primo passo della riforma della materia previdenziale per il personale del pubblico impiego. Nel 2018 il nuovo sistema sarà a regime con il requisito dei 65 anni.

L’innalzamento sarà graduale: un anno ogni due.

Dipendenti Alcoa in piazza per il lavoro e contro la crisi

 Si dovrebbe tenere lunedì prossimo a Roma un nuovo incontro, probabilmente decisivo, sul futuro dei lavoratori dell’Alcoa; il colosso dell’alluminio, nonostante le aperture del Governo, che ha varato di recente un provvedimento finalizzato ad abbassare le tariffe elettriche nelle Isole per i grandi consumatori di energia, sembra infatti intenzionato a proseguire con il proprio “disimpegno” dal nostro Paese.

Sembrano in particolare appesi ad un filo i destini di due stabilimenti, quello veneziano di Fusina e quello sardo di Portovesme. E proprio per oggi, in Sardegna, la Cgil, la Cisl e la Uil, in maniera unitaria, hanno proclamato lo sciopero generale contro la crisi nella Regione; decine di migliaia di lavoratori in corteo, compresi quelli di Alcoa, scendono in piazza per chiedere lavoro e per sostenere la causa non solo dei dipendenti dello stabilimento Alcoa di Portovesme, ma anche di quelli che nella Regione, in particolar modo nel settore industriale, stanno vivendo un momento di grande e grave incertezza.

Pensione 2010, il punto sulla pensione di anzianità

 La pensione di anzianità, rispetto a quella di vecchiaia, si percepisce indipendentemente dall’età pensionabile.

La pensione di vecchiaia si ottiene quando si verificano tre condizioni essenziali: età pensionabile, contribuzione minima e cessazione di qualsiasi rapporto di lavoro dipendente.

Rispetto alla pensione di vecchiaia, infatti, non è necessario aspettare il limite dei 65 anni se uomini o 60 se donne. La legge 247/2007 di riforma delle pensioni ha stabilito, ad ogni modo, un aumento progressivo del requisito anagrafico rispetto alla normativa precedente.

Per il periodo dal 1 luglio 2009 al 31 dicembre 2010 la pensione di anzianità si percepisce quando si raggiunge quota 95 (59 anni di età e 36 anni di contributi, o 60 anni di età anagrafica e 35 anni di contribuzione).

Pensione 2010, quando si è abbastanza vecchi?

 La pensione di vecchiaia è una delle due principali forme pensionistiche in vigore nel nostro Paese.

Grazie alla riforma Dini sono presenti due forme: retributivo e contributivo.

Le pensioni di vecchiaia, riferite al sistema retributivo, dovranno, per il 2010, rispettare le seguenti condizioni.

Per i dipendenti del settore privato l’età pensionabile, per il 2010, non si modifica. Potranno andare in pensione a 65 anni gli uomini, mentre per le donne il requisito rimane a 60 con un minimo contributivo, per entrambi i sessi, di 20 anni (si riducono a 15 se maturati prima dell’anno 1992).

Dal 2015 anche il settore privato dovrà adeguare l’età pensionabile recependo il limite dei 65 anni.

Pensioni 2010, il coefficiente nel sistema contributivo

 Avevamo già dato evidenza in un precedente articolo la decisione da parte del governo di cambiare i coefficienti di trasformazione calcolati con il sistema contributivo.

La pensione annua, secondo il sistema contributivo, si ottiene applicando al montante contributivo, ossia all’ammontare della somma accantonata nell’arco della propria attività lavorativa rivalutata nel tempo, il coefficiente di trasformazione relativa all’età anagrafica applicata al momento del pensionamento.

Si è anche stabilito che dal 2010 la revisione dei coefficienti non avverrà più ogni dieci anni ma ogni tre, in questo modo si produrranno risparmi sensibili di spesa e, di conseguenza, minore pensione accantonata.

Lavoro nero al Sud: Piano del Governo contro il sommerso

 Il Governo, al fine di contrastare il lavoro nero al Sud, ha varato quello che è stato definito il “Piano anti sommerso”, ovverosia un insieme di misure finalizzate a mettere a segno un vero e proprio attacco frontale contro l’occupazione irregolare che molto spesso fa rima con lo sfruttamento. La decisione del Governo, ed in particolare del Ministro Sacconi, di contrastare frontalmente il lavoro nero è stata ben accolta dalla Cisl, ed in particolare dal Segretario confederale Giorgio Santini, il quale ritiene che, pur tuttavia, per una efficace implementazione del “Piano anti sommerso” servirebbe sul territorio il pieno coinvolgimento dei rappresentati dei datori di lavoro e dei lavoratori. Da molti mesi, inoltre, la Cisl aspetta che il Governo provveda a varare il “Piano per il Sud” che, associato alle misure di contrasto al sommerso, possono chiaramente dare una prospettiva al Mezzogiorno.

Voucher e formazione: importanti le competenze e la valutazione

 Per l’occupazione in Italia l’aumento del ricorso alla cassa integrazione straordinaria è e resta un segnale non solo preoccupante, ma anche da non sottovalutare. Ad affermarlo è la Cisl che, in accordo con il Rapporto dell’Osservatorio Cassa Integrazione e Occupazione, relativo al mese di dicembre 2009, mette in risalto come non basti per l’anno in corso la proroga degli ammortizzatori sociali secondo le necessità; servono infatti anche politiche attive finalizzate a far “rientrare” nel sistema i cassintegrati ed i disoccupati. Ad esempio, il Rapporto mette in evidenza come non sia uniforme sul territorio il rapporto tra il fabbisogno formativo che effettivamente serve al lavoratore, e le politiche attive; se infatti in Lombardia il titolare di un voucher formativo sceglie dove e come spenderlo, in altre Regioni come il Veneto, la formazione viene orientata ed indirizzata dalla parti sociali e/o dalle Regioni, mentre in altre si registra una vera e propria assenza di collegamento.

Pensioni 2010, i nuovi minimi

 Con l’anno nuovo sono state definiti i nuovi minimi per la pensione e l’assegno sociale e per il trattamento minimo garantito.

Questi minimi si applicano alle prestazioni erogate da un istituto previdenziale, ad esempio Inps per i dipendenti privati, e quelle a carico di un fondo esclusivo o sostitutivo dell’assicurazione generale obbligatoria (ad esempio Inpdap per i dipendenti pubblici).

Dal 1° gennaio 2010 il trattamento minimo a carico dell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti pubblici e privati è stabilito in 461,40 euro mensili per tredici mensilità, pari a 5.998,20 euro annuali.

Lavoro e fisco: Cgil proclama sciopero generale

 La Cgil ha proclamato per il prossimo 12 marzo 2010 uno sciopero generale. Questo dopo che circa tre settimane fa il più grande Sindacato italiano ha inviato al Governo una lettera con delle proposte finalizzate a sostenere i lavoratori dipendenti ed i pensionati attraverso l’erogazione di bonus, detrazioni Irpef ed abbattimento strutturale della pressione fiscale. Secondo quanto dichiarato dal Segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, quello proclamato non è uno sciopero preventivo, ma una vera e propria vertenza visto che a fronte di tante promesse ci sono stati altrettanti rinvii da parte del Governo. Lo sciopero della Cgil non è unitario, dato che la Uil e la Cisl non hanno fino ad ora preso una simile decisione sebbene la loro posizione rimanga critica nei confronti delle politiche adottate dal Governo. La Cgil, d’altro canto, denuncia come lo scorso anno, a carico dei redditi fissi, il prelievo fiscale sia aumentato dell’1%, ragion per cui, come sottolineato proprio da Guglielmo Epifani, se si continua a temporeggiare alla fine si restituirà ai lavoratori ciò che nel frattempo il Fisco avrà già preso.

Pensioni 2010, perequazione automatica

 La perequazione è un particolare sistema di calcolo utilizzato dagli istituti previdenziali per adeguare le pensioni sulla variazione del costo della vita.

È stato stabilito, attraverso il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 19 novembre 2009,  il valore definitivo per il 2009 e previsionale per tutto il 2010 per l’adeguamento delle pensioni sulla base dei dati dell’Istituto Centrale di Statistica o Istat.

Secondo il decreto, con effetto dal 1° gennaio 2010, la percentuale di variazione per il calcolo della scala mobile delle pensioni è risultato pari a 0.7%, salvo conguaglio da computarsi alla fine dell’anno.

Di conseguenza tutte le pensioni INPS e quelle a carico di un fondo esclusivo o sostitutivo dell’assicurazione generale obbligatoria, vale a dire anche le pensioni erogate a tutti i dipendenti pubblici dall’INPDAP, dovranno essere adeguate sulla base del valore pari a 0.7%.

Tasso di occupazione femminile: al Sud crolla al 35%

 Nel Sud Italia solamente il 35% delle donne in età lavorativa è occupato. A mettere in evidenza questo dato allarmante è stato il segretario confederale della Cisl Liliana Ocmin, che ha proposto l’apertura di un tavolo promosso dal Ministero del Lavoro, in presenza di tutti i soggetti coinvolti, al fine di valorizzare il lavoro femminile. La situazione, tra l’altro, non è rosea neanche su scala nazionale: in Italia, infatti, solamente il 46% delle donne in età lavorativa è occupato, il che significa che ci sono ben sette milioni di donne che sono escluse dal mercato del lavoro in una fase congiunturale che è molto difficile, e che vede spesso il coniuge disoccupato, inoccupato o in cassa integrazione con tutto quel che ne consegue sul mantenimento di uno stile di vita familiare dignitoso. D’altronde i sette milioni di donne fuori dal mercato del lavoro non hanno di certo tutte scelto di occuparsi solamente della cura della casa; molte di queste, infatti, specie al Sud, risentono delle scarse opportunità occupazionali unitamente alle difficoltà legate al poter conciliare il lavoro con la famiglia.