Per la CGIL la legge di Stabilità è sbagliata e iniqua tanto da condizionare poi le scelte del prossimo governo: è questa, in sostanza, la posizione del maggiore sindacato italiano e messa in evidenza in un documento consegnato alle commissioni congiunte di Bilancio di Camera e Senato per le audizioni.
Il giudizio è severo perché il provvedimento è
sbagliato e in linea con la lunga serie di provvedimenti recessivi e depressivi degli ultimi mesi
tanto da contenere
ancora una volta misure fiscali inique e distorsive per la crescita del paese
Sul piano fiscale anche se diminuisce il prelievo Irpef diminuiscono anche le detrazioni e le deduzioni: nella Legge di Stabilità è prevista una riduzione del prelievo tributario sui redditi delle persone fisiche attraverso l’abbattimento della prima aliquota IRPEF, dal 23% al 22%, e della seconda, dal 27% al 26%.
Per la CGIL, la legge di Stabilità in realtà
abbatte la crescita del Pil e non costruisce le condizioni per la creazione di nuova occupazione; incide negativamente sull’inflazione, sui redditi, sui consumi e sugli investimenti, particolarmente sul potere d’acquisto dei salari e delle pensioni; porta con sé nuovi elementi di iniquità fiscale e di aggravio del prelievo tributario; riduce ulteriormente la spesa pubblica, il perimetro pubblico e i servizi; taglia risorse alla sanità e agli Enti Locali, limitandone nuovamente l’autonomia
Non solo, il sindacato è fortemente critico anche sul metodo adottato dal governo; infatti, il testo approvato dal Governo il 10 ottobre è diverso da quello presentato alle parti sociali il giorno prima.
Per la CGIL, il documento
evidenzia la scelta prettamente elettorale del Governo che utilizza questo provvedimento per due obiettivi: dare al Paese il messaggio (il cui carattere fuorviante e demagogico si è però subito disvelato) che le politiche dei sacrifici comincino a dare risultati (come ha sostenuto il presidente Monti) e offrire un segnale ai grandi poteri economici e finanziari (esteri e interni) che il Governo farà di tutto per condizionare le politiche del futuro esecutivo, che uscirà dal voto popolare
Per il sindacato, questi
sono due messaggi chiari e preoccupanti che rendono ancora più forte ed urgente la necessità di una svolta politica ed economica