L’idea di fondo è quella di proporre una diverso modello di contrattazione che riesca ad includere le figure professionali che sono, per lo più, presenti al margine dei diritti del lavoro. Infatti, se in questi anni si sono modificati i modelli di riferimenti, allora occorre diversificare le risposte per impedire la creazione di sacche di lavoratori fuori tutela.
Il maggiore sindacato italiano presenta così la sua nuova guida ‘In-flessibili’, ovvero includere atipici e precari nella contrattazione.
Il panorama lavorativo italiano ha subito modifiche sostanziali, in modo particolare, in questi ultimi anni, ossia dalla presenza di oltre quattro milioni di lavoratori precari e atipici occorre anche aggiungere un milione di professionisti: lavoratori che svolgono il loro ruolo in assenza totale di tutele. In sostanza, questo vuol dire cercare di imporre un nuovo modello contrattuale che sia inclusivo e condivisibile.
Per il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso,
Riconosco che abbiamo sbagliato a non usare la forza collettiva dei più garantiti per difendere anche le persone senza contratto o con un contratto atipico. Bisogna continuare a domandarsi dove si è infranta la solidarietà tra i lavoratori stabili e non stabili, e quando ci si è rassegnati all’idea che i contratti non fossero più il luogo dove definire norme per il mercato del lavoro
Nella presentazione della nuova proposta sindacale, Elena Lattuada, segretaria confederale Cgil, ha anche ricordato che questi problemi
hanno aperto da tempo una discussione all’interno della CGIL, per porre al centro l’inclusione e l’allargamento delle tutele, e che hanno già determinato primi risultati
In quest’ottica esiste anche un modello di riferimento; infatti, lo troviamo nell’accordo sottoscritto tra l’ Unione nazionale impresa a tutela del credito (Unirec) e parti sociali che coinvolge 200 aziende con oltre 16 mila addetti, e che
ha chiarito meglio la differenza fra lavoro autonomo e dipendente, impedendo gli abusi e consentendo di utilizzare correttamente le collaborazioni
La CGIL riconosce così il ruolo fondamentale della contrattazione, come strumento fondamentale per regolare le nuove forme di lavoro.