Il maggiore sindacato italiano ha deciso di mettere a punto il suo dossier sulla spending review o revisione della spesa, ossia il provvedimento messo a punto dal Governo Monti lo scorso 6 luglio 2012 come decreto legge n. 95 recante il titolo “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”.
Il decreto, lo ricordiamo,, è stato trasmesso il 10 luglio 2012 alla Commissione Bilancio del Senato con lo scopo di definire il calendario parlamentare.
Per la CGIL dove sono i punti che si mettono in discussione e uno è sicuramente il lavoro visto che il decreto del Governo ha posto in essere una serie di misure, sia nel settore pubblico che in quello privato, che possono incidere sulle condizioni reddituali, sulla contrattazione e, in modo deciso, sulle condizioni di lavoro. In effetti, le misure incidono direttamente nel segmento pubblico ma con ricadute anche su quello privato perché sono coinvolte a fornire servizi allo Stato e alle persone: eventuali tagli sui servizi, ad esempio, incidono in modo diretto su tutto il segmento lavorativo nazionale.
Le disposizioni del Governo sono state definite di tipo lineare, ovvero senza distinzioni in relazione alla strategicità di funzioni, a situazioni “virtuose” a priorità. Non solo, la procedura attraverso la quale si definisce il taglio “lineare” delle dotazioni organiche, ossia il 20% di taglio delle dotazioni organiche della dirigenza statale e degli Epne e 10% della spesa complessiva relativa al numero dei posti di organico del personale dei “comparti”, non tiene, però, conto di alcuni processi di riorganizzazione aperti o di precedenti interventi. In effetti, questi possono essere i casi dell’Inps, dell’Inail o degli enti locali che hanno già affrontato in passato processi di riorganizzazione e di revisione della spesa.
A questo riguardo, per la CGIL
Vi è comunque la necessità di un punto di chiarezza che va fatto nella conversione del decreto relativo alla modalità di calcolo delle percentuali di riduzione delle dotazioni organiche che chiaramente debbono contenere le necessarie compensazioni. Vanno altresì individuate soluzioni alternative che evitino ulteriori interventi sia sulla consistenza del lavoro che sui tagli di spesa su Enti che rischiano di venir meno alle proprie funzioni istituzionali.