Dopo un confronto parlamentare e sociale durato diversi anni e con sette letture in aula il DDL Lavoro è legge.
La Camera ha approvato il provvedimento con 310 voti favorevoli, 204 contrari e tre astenuti.
È stata scritta la pagina più buia del diritto del lavoro nel nostro Paese, in sostanza è questa l’osservazione della CGIL sul Collegato Lavoro.
Il segretario confederale della CGIL Fulvio Fammoni è fortemente critico e giudica il testo approvato iniquo
Durante la peggiore fase di crisi degli ultimi anni invece di approvare provvedimenti a favore dell’occupazione si abbassano i diritti […]. Si assumono così una grave responsabilità nei confronti dei lavoratori italiani, in particolare verso i più deboli: giovani, donne, disoccupati e immigrati.
La maggiore organizzazione sindacale italiana ravvisa sui diversi argomenti contenuti nel provvedimento evidenti profili di incostituzionalità.
Uno per tutti: l’arbitrato e la clausola compromissoria da firmare all’atto dell’assunzione per impedire la possibilità di ricorre a un giudice in caso di controversie di lavoro.
Per Fammoni l’arbitro sostituirà il giudice ed emetterà sentenza secondo equità anche in deroga alle leggi e ai contratti nazionali.
Diverso è il parere della CISL che sostiene la scelta sull’arbitrato. Infatti, secondo l’organizzazione sindacale l’istituto dell’arbitrato è una scelta che deve essere fatta non prima della conclusione del periodo di prova, ove previsto, oppure se non siano trascorsi almeno 30 giorni dalla data di stipulazione del contratto di lavoro.
Dall’arbitrato restano escluse le controversie relative al licenziamento.
Anche nei casi di invalidità del licenziamento, questo dovrà essere impugnato entro 60 giorni dalla ricezione della sua comunicazione in forma scritta.
Per il segretario confederale Cisl, Giorgio Santini:
Il ddl lavoro, approvato alla Camera, riteniamo che non sia un testo perfetto e che, con un clima politico diverso, avrebbe potuto e dovuto essere ulteriormente migliorato.
E’ stato chiarito ogni dubbio sull’inammissibilità dei licenziamenti orali e resi più lunghi, come rivendicato dalla Cisl, i termini di impugnabilità dei licenziamenti.
Per la CISL l’arbitrato deve essere una libera scelta del lavoratore non separata dalla contrattazione collettiva.
Le parti sociali dovranno predisporre un accordo interconfederale fra le associazioni sindacali e imprenditoriali per definire le materie su cui potrà intervenire l’arbitrato e con quali modalità applicative.