Torna in commissione lavoro il disegno di legge 1441-quater-D ovvero il provvedimento che concerne deleghe al governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l’impiego, di incentivi all’occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
Il provvedimento, siglato dalle Camere con il codice 1441-quater-D, è meglio conosciuto come Collegato lavoro ed è stato rinviato, il 30 marzo scorso, alle Camere dal Presidente della Repubblica per una nuova deliberazione con messaggio motivato a norma dell’articolo 74 della Costituzione.
Il collegato lavoro è un provvedimento ampio e complesso che intende ridefinire il diritto del lavoro, o almeno rivederne alcune parti essenziali.
Nel corso della settimana, nel calendario stabilito dall’ufficio di presidenza, si svolgerà l’esame, in sede referente, del disegno di legge.
Si partirà con le audizioni informali dei rappresentanti delle parti sociali e del sindacato: Casartigiani, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confindustria.
L’ufficio di presidenza della commissione lavoro alla Camera ha anche nominato on. Giuliano Cazzola relatore del provvedimento.
Con questa decisione si è voluto confermare il lavoro svolto dall’on. Cazzola che aveva seguito il primo iter di approvazione.
Secondo le indicazioni della maggioranza la discussione dovrebbe riguardare solo le parti evidenziate dal Presidente della Repubblica.
In particolare, si dovrà riesaminare la disciplina del nuovo arbitrato di lavoro (articolo 31), si dovranno rivedere la norma sull’esclusione della responsabilità penale (articolo 20), l’esame dei rilievi sulla certificazione dei contratti di lavoro (articolo 30), le disposizioni in materia di co.co.co (articolo 50) e le norme in materia di contratto di lavoro a tempo determinato (articolo 32).
L’opposizione ha però fatto presente che la discussione dovrà riguardare il complesso del provvedimento e non sulle parti evidenziate dalla maggioranza.
In ogni caso, la maggioranza non ritiene valide le motivazioni addotte dalla minoranza perché la discussione si dovrà unicamente concentrare sui rilievi sollevati dal capo dello stato.