Si invia il curriculum, quasi sempre via posta elettronica, o compilando online un form, e poi si aspetta una chiamata. E’ questa di norma la prassi da seguire per chi cerca lavoro ed invia, spesso a raffica, il proprio curriculum alle aziende che interessano e che sono “compatibili” con il proprio titolo di studio e con le esperienze di lavoro pregresse, a patto di averne già maturate. Come noto, non sempre si riceve una risposta, anzi! Di norma, tanto per fissare le idee, per ogni cento curriculum e lettere di motivazione inviate le risposte sono poche, molto poche anche in relazione al tempo che abbiamo speso. Analizzate le risposte, e scelte le aziende presso le quali siamo stati invitati a sostenere un colloquio, il candidato dovrà chiaramente “convincere” l’azienda a farsi assumere. In che modo?
Ebbene, non esiste una regola generale e scientifica, ma di norma i titoli e le onorificenze indicate nel curriculum spesso non possono bastare; in sede di colloquio occorre fare una buona impressione, e dare le risposte “giuste”, quelle che si aspetta il selezionatore. Innanzitutto è bene presentarsi puntuali al colloquio, così come è bene presentarsi vestiti in maniera curata, e non necessariamente, parlando degli uomini, in giacca e cravatta.
E’ bene inoltre portare sempre una copia del curriculum, e mettersi in ascolto del selezionatore memorizzando al primo colpo il suo nome e cognome. Il tutto non senza aver prima spento il proprio telefonino ed a fronte di un atteggiamento ed un approccio positivo, possibilmente sorridente anche quando il selezionatore cercherà un po’ di metterci alla prova in svariati modi. E’ bene inoltre dare risposte esaurienti senza un eccessivo sfoggio di erudizione, e soprattutto senza essere logorroico andando anche a toccare temi ed ambiti dei quali il selezionatore non ha chiesto di parlare! Se il colloquio di lavoro diventa “dispersivo”, infatti, allora la situazione potrebbe scappare di mano e si rischia di sciupare una grande occasione.