Sono sempre più numerose le persone che oggi, soprattutto in Italia, decidono di avviare un’attività in proprio. La crisi economica e la riduzione delle possibilità di impiego ha infatti portato molte persone a riconvertirsi verso professioni più redditizie. Non a caso anche gli ultimi studi realizzati dalla Cgia di Mestre – la Confederazione degli Artigiani – hanno rilevato che negli anni della crisi, dal 2008 in poi, le professioni lavorative di maggiore successo sono state quelle del ramo estetica, dell’assistenza personale e della somministrazione – ristorazione. Non dovrebbe essere quindi proprio un’idea sbagliata aprire un bar in questo periodo.
Ed è proprio all’apertura di un bar e alla possibilità di diventare baristi che vogliamo dedicare l’articolo che stiamo per scrivere. In questo blog potete trovare già un post dedicato a come diventare barman. Quello che vogliamo fare oggi, però, è qualcosa di diverso. Vogliamo cioè capire come muovere i primi passi quando si decide di mettersi in proprio e avviare una attività imprenditoriale di somministrazione, cioè diventare titolari di un bar.
Come aprire un bar
La prima cosa da sapere è che aprire un bar in Italia non sarà proprio una passeggiata. Anche se più semplice del passato, per via dell’abolizione del sistema delle licenze, per aprire un bar si dovrà comunque passare attraverso molta burocrazia e una volta completato questo percorso, attraverso tutti i pro e i contro di una qualsiasi attività commerciale. Non si tratta infatti di una decisione che può essere improvvisata se si vuole arrivare ad un discreto successo.
L’avvio di una attività imprenditoriale di questo tipo richiede di certo un investimento iniziale, oltre a tanto spirito di sacrificio, tempo e dedizione. Durante le fasi iniziali è poi sempre necessario continuare a pensare al proprio mantenimento. Per questo motivo per aprire un bar è necessario avere alle spalle una buona stabilità economica e personale.
Il primo requisito necessario a tutti coloro che si gettano in una attività imprenditoriale è quello di una prima o parallela fonte di reddito. E’ necessario infatti considerare che prima di raggiungere una certa autonomia e efficienza, cioè prima di essere completamente avviato, un bar impiegherà qualche tempo.
La seconda scelta fondamentale che si pone a coloro che vogliono aprire è un bar è poi quella della location. Si può scegliere la propria città di origine, una grande città italiana o una città estera, purché si trovi il giusto compromesso tra visibilità e costi e l’investimento sia proporzionato al proprio budget. In merito, quindi, non vi è una ricetta specifica.
La scelta della zona, poi, porterà con sé quella del target della clientela e, di conseguenza, del tipo di somministrazione che si vuole realizzare, se basata principalmente su colazioni, pranzi o aperitivi. Uno dei sicuri vantaggi e plus di un bar, come si dice in gergo tecnico, è la possibilità di avere un parcheggio a disposizione, oltre al fatto di essere in zone ben collegate e frequentate.
Come si può vedere, quindi, l’apertura di un bar richiede uno studio preliminare abbastanza complesso almeno su alcune variabili. In un prossimo post vedremo cos’altro è necessario fare.