Ancora oggi uno dei mestieri più ambiti tra i giovani alle prese con la scelta della loro futura carriera è quella dell’avvocato. I laureati in Giurisprudenza, tuttavia, prima di diventare avvocati a tutti gli effetti devono compiere un ulteriore percorso di formazione e specializzazione che dà accesso a tutti gli effetti all’esercizio della professione. E’ abbastanza noto, infatti, che coloro che aspirano a diventare avvocati devono compiere un certo periodo di tirocinio e, poiché le normative sono solite cambiare di anno in anno, è meglio fare il punto della situazione per capire come si possa al momento diventare praticante avvocato.
A partire dal 2012, infatti, esiste una precisa normativa da seguire per diventare praticante avvocato. Questa normativa regola non solo le modalità di formazione, ma anche i requisiti di accesso dei diversi aspiranti.
Se volete quindi sapere come arrivare ad esercitare la professione di avvocato passando attraverso la professione di praticante ecco le informazioni essenziali per intraprendere questa carriera e muovere i primi passi.
> Come diventare avvocato a Londra
Come diventare praticante avvocato
Come abbiamo accennato l’ultima riforma forense risale al 2012. Secondo la normativa tuttora in vigore gli aspiranti avvocati devono prima conseguire la laurea in Giurisprudenza, con la quale diventano dottori in Giurisprudenza, poi, successivamente, compiere un tirocinio presso alcune sedi preposte.
Il tirocinio da praticante avvocato può essere cominciato anche nel corso dell’ultimo anno di studi universitari, sei mesi prima circa di conseguire la laurea a tutti gli effetti. Questa condizione, tuttavia, può essere utilizzato solo se è presente un preciso accordo tra la propria Università e il CNF. In caso contrario sarà prima necessario conseguire il titolo a tutti gli effetti per cominciare il tirocinio.
La nuova riforma prevede che gli aspiranti compiano un tirocinio di 18 mesi di prativa presso un avvocato abilitato, il quale dovrà essere iscritto all’albo nazionale degli Avvocati da almeno 5 anni. Nel caso in cui una sola persona non possa occuparsi di curare la formazione del tirocinante, possono essere anche due gli avvocati ad occuparsene, purché abbiano preventivamente ricevuto l’autorizzazione da parte dell’Ordine.
In alternativa è utile sapere che si può svolgere un tirocinio presso l’Avvocatura dello Stato, o l’istituto legale di un organismo pubblico o un ufficio giudiziario. Negli ultimi due casi, tuttavia, il tirocinio non avrà la durata di 18 mesi ma solo di un anno.
Il tirocinio da avvocato si può svolgere inoltre anche all’estero individuando un professionista in possesso di un titolo a quello analogo di avvocato. All’estero il tirocinio avrà una durata di soli sei mesi.
Per diventare praticante avvocato è inoltre richiesta la frequenza di alcuni corsi di formazione. Questi corsi sono in genere tenuti da associazioni, ordini forensi e altri soggetti ammessi dalla legge alla funzione. Nel corso dei mesi di tirocinio il praticante avvocato può svolgere anche altri lavori purché non vengano a crearsi conflitti di interesse.
Con l’ultima riforma è stato modificato anche l’esame di abilitazione da avvocato. Si possono ad esempio presentare solo codici di leggi privi di commento e non si può fare uso di alcun testo aggiuntivo.