Quella che vi proponiamo oggi è l’analisi di una professione molto recente in Italia, che ha vissuto una più ampia diffusione e una consacrazione a vero e proprio mestiere solo negli ultimi anni. Stiamo parlando della professione del tatuatore, che, lungi da essere una attività soggetta ad improvvisazione, è invece una professione che compete con tanti altri lavori in cui l’esperienza, la conoscenza e le capacità artistiche della persona rivestono un ruolo fondamentale.
A partire dagli anni 2000 i tatuaggi sono diventati sempre più all’ordine del giorno. Un modo per decorare il proprio corpo ed esprime in maniera indiscutibile la propria personalità, non più una moda passeggera e non più confinati sui corpi di alcune particolari categorie di persone.
Oggi anche il mondo dei tatuatori è molto più consapevole o organizzato del passato. Esistono scuole e famiglie che tramandano questo mestiere e gli addetti ai lavori si incontrano e si confrontano in eventi e convention annuali. In questo post troverete allora alcune utili informazioni su come intraprendere questa professione, su quali sono i requisiti di base richiesti per abbracciare questo lavoro e su quali sono i compiti specifici di chi svolge questo mestiere.
Cosa fa un tatuatore
Come lavora un tatuatore? La prima cosa da sapere è che anche dietro ad un piccolissimo disegno si nascondono tantissime ore di lavoro. Il compito principale di un tatuatore, infatti, non si limita solo a quello di tatuare una nuova figura sul corpo di una persona, ma consiste soprattutto nel lavoro preparatorio, che riguarda la creazione del disegno. Quello che forse è meno noto, riguardo a questa professione, è che un tatuatore professionista dedica almeno un paio di ore al giorno al disegno, in modo tale da mantenere allenata la mano.
Quali sono i requisiti professionali di un tatuatore
Una delle principali caratteristiche richieste ad un tatuatore è quindi uno spiccato senso artistico e una propensione per il disegno a mano libera, tanto che a coloro che non sono portati per questa attività, per cui bisogna nutrire una innata passione, viene sconsigliato di dedicarsi a questo mestiere.
E’ necessario tenere presente, inoltre, che per essere e rimanere competitivi sul mercato, è consigliabile produrre sempre lavori molto originali e difficilmente ripetibili. Servirà quindi essere davvero molto bravi nel proprio lavoro.
Come diventare tatautore
L’attività dei tatuatori è stata regolamentata ufficialmente dal Ministero della Salute solo nel 1998, anno a cui risale una circolare ministeriale, la Circolare 05.02.1998 n. 2.9/156, che illustra e prescrive le condizioni attraverso le quali deve essere esercitata per legge l’attività del tatuatore.
Per diventare tatuatore è quindi oggi necessario seguire in primo luogo un corso formativo regionale della durata di 90 ore, a pagamento, con un prezzo che si aggira tra i 1600 e i 1800 euro, che prevede anche il superamento di una prova finale. In questo corso 30 ore sono dedicati all’attività pratica, quindi al disegno e alle altre abilità proprie, ma per il resto si tratta di uno studio teorico sulle norme di igiene, sicurezza e tecnica, indispensabili per lo svolgimento della professione a contatto con il pubblico.
Il diploma, però, non conferisce al tatuatore la necessaria esperienza pratica ed è quindi consigliabile svolgere un periodo di apprendistato presso un tatuatore esperto, creando nel frattempo un proprio portfolio di lavori.