Lo scopo del Ministero dell’Istruzione e del Merito sarebbe quello di provvedere all’assunzione di ben 70 mila insegnanti entro il 2024. In questo modo, si potrebbe finalmente rispettare tutti quegli impresi che sono stati presi nel Pnrr.
Il problema, a quanto è emerso, è che mancano i tempi tecnici per poter raggiungere tale scopo e provvedere all’assegnazione di qualcosa come 50 mila posti vacanti. Infatti, l’anno scorso il Ministero ha deciso di assegnare solamente il 41% dei 95 mila posti di ruolo che c’erano a disposizione.
Come è stato ben messo in evidenza sulla piattaforma del ministero dell’Istruzione e del Merito, va detto che normalmente l’accesso ai vari ruoli del personale che insegna presso gli istituti scolastici avviene, quantomeno nella misura del 50%, tramite dei concorsi per esami e titoli, mentre l’altra metà si sviluppa attraverso le graduatorie permanenti, che adesso invece funzionano ad esaurimento.
Come si può facilmente intuire, i concorsi vengono organizzati e indetti sempre su base regionale. L’accesso si verifica mediante l’abilitazione all’insegnamento. Il nuovo programma di reclutamento si svilupperebbe invece tramite un altro tipo di sistema, molto più “light”, così come è stato ribattezzato.
Non c’è dubbio che il primo obiettivo per il Ministero dell’Istruzione e del Merito è chiaramente quello di completare l’assunzione di qualcosa come 70 mila insegnanti entro il 2025. Si tratta di una cifra che chiaramente garantirebbe la possibilità di evitare di dover sfruttare annualmente il sistema dei contratti a termine, che ormai è diventata purtroppo un’abitudine.
È stato anche il ministro Giuseppe Valditara a mettere in evidenza come questo progetto si snoda intorno a un aspetto basico, ovvero la necessaria stabilizzazione dei precari. Si tratta di un argomento per cui il Ministero si spenderà molto nel corso dei prossimi mesi.
Va detto anche come le tempistiche, purtroppo, sono piuttosto ristrette. Nell’estate del 2022, infatti, in base a quanto è stato pubblicato dal Ministero, su ben 64 mila cattedre che sono rimaste senza alcun docente, l’assegnazione ha coinvolto solamente il 41% dei posti. Di conseguenza, si è dovuto fare ricorso a qualcosa come 217 mila supplenze, ma è servito l’aiuto e il supporto anche a 500 mila precari, a patto che sia in servizio da quantomeno tre anni. Proprio per tale ragione, si sta pensando molto alla possibilità di organizzare un vero e proprio concorso straordinario. Questa nuova opzione sarebbe, in sostanza, rivolta all’assunzione di precari, a patto che abbiano quantomeno 36 mesi di servizio, che devono essere stati maturati nel corso dell’ultimo quinquennio.