È stata presentata i risultati dell’indagine “Donna P.E.R.LA. – Prevenzione e Rischi sul LAvoro”, condotta da CGIL Piemonte, CISL Piemonte, UIL Piemonte e Regione Piemonte, relativi alle condizioni di salute e sicurezza delle donne lavoratrici in alcune realtà della Regione Piemonte. L’obiettivo del lavoro comune è derivato dall’esigenza di mettere in luce le condizioni di salute e Sicurezza delle donne lavoratrici nella peculiarità della regione Piemonte.
Per prima cosa si è voluto mappare e descrivere la condizione della salute e della sicurezza delle donne impiegate in alcuni settori ad elevata occupazione femminile in Piemonte, evidenziando le differenze tra i settori nell’esposizione a fattori di rischio sul lavoro e nello stato di salute delle lavoratrici e dei lavoratori, ma soprattutto valutando le differenze di genere nell’esposizione a vari fattori di rischio e nella frequenza di patologie potenzialmente correlate al lavoro negli addetti.
I comparti produttivi che sono stati esaminati riguardano i settori del commercio – grande distribuzione, alberghi e ristorazione con mense incluse, il settore dell’assistenza agli anziani e all’assistenza all’infanzia. Non solo, l’indagine ha anche voluto mettere in evidenza il segmento lavorativo delle imprese e cooperative di pulizia, della trasformazione e conservazione alimenti, l’industria tessile e quella dell’abbigliamento.
Al campione hanno contribuito 25 aziende con i lavoratori delle ditte incluse: in totale sono stati distribuiti quasi 2000 questionari, dei quali 1874 sono stati restituiti compilati, mentre 39 sono stati riconsegnati in bianco.
I risultati dell’indagine mostrano che un’elevata proporzione delle lavoratrici/lavoratori appartenenti al campione intervistato è esposta a sfavorevoli condizioni di lavoro, soprattutto riguardo a fattori ergonomici e psicosociali, ma anche per quanto concerne avverse condizioni microclimatiche e la presenza di inquinanti fisico-chimici nell’ambiente di lavoro.
Pur essendo scarse le indagini italiane su campioni rappresentativi della popolazione occupata con cui confrontare i risultati ottenuti, la prevalenza di esposizione a fattori ergonomici risulta superiore, almeno per quelli più diffusi, a quella rilevata da un indagine condotta in Veneto su circa 5.000 lavoratori; infatti, il 50% dei soggetti riferiva di essere esposto per almeno un quarto del tempo di lavoro a movimenti ripetitivi e il 46% a posizioni dolorose/stancanti, contro il 68% e il 60% della prevalenza nella popolazione in studio, rispettivamente.