L’associazione dei datori di lavoro e il CRUI, ossia la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, hanno deciso di stipulare un accordo per potenziare la ricerca e l’innovazione con ricadute dirette verso il comparto industriale italiano, oltre a misure che sono rivolte ad una maggiore occupabilità dei giovani laureati.
In effetti, con questo accordo con Confindustria ci si propone di concorrere a ridurre l’età di ingresso nel mercato del lavoro dei giovani italiani con titolo di studio terziario, adeguandolo alle medie europee e recuperare lo spazio lasciato dalla soppressione dei diplomi universitari attraverso un network locali Università–Associazioni Industriali che supportino le lauree triennali collegate con la domanda delle imprese e con sbocchi diretti sul mercato del lavoro. Inoltre, censire le attività già in corso e promuovere gli strumenti esistenti, previsti dalla Legge, per ampliare il rapporto Università–Imprese.
Non solo, Confindustria si propone anche di attivare una campagna di promozione a livello territoriale per responsabilizzare le imprese sulla qualità degli stage, valorizzandone la funzione formativa alla luce della normativa vigente.
L’accordo prevede anche di affrontare il delicato e importante tema dell’internalizzazione allo scopo di rendere più attrattiva l’Università italiana per studenti e docenti stranieri eccellenti, in competizione con le migliori Università internazionali e in conformità con le “Linee Generali di indirizzo della Programmazione delle Università per il triennio 2010-2012” e con riferimento alla didattica e alla ricerca, nonché alle strategie attuate a livello europeo.
Secondo il piano predisposto tra il CRUI e Confindustria verranno attivati strumento per monitorare la reputazione internazionale degli Atenei e la diffusione di corsi con elevato grado di internazionalizzazione sulla base di parametri di qualità appositamente individuati insieme ad un finanziamento, con il concorso delle imprese e delle Associazioni Industriali, del cosiddetto visiting professor stranieri e “cattedre di mobilità” per far rientrare in Italia (anche temporaneamente) scienziati che operano all’estero, facilitando le procedure per l’ottenimento dei visti.