Probabili modifiche in arrivo al testo unico sui congedi parentali; in effetti, è stato inserito nell’agenda dei lavori della Commissione Lavoro della Camera l’esame della proposta di legge di iniziativa PDL sulle modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151 concernenti il sostegno alla maternità e l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio.
In realtà, oltre alla proposta di legge di iniziativa PDL esistono almeno altre quattro differenti iniziative in questo senso.
L’obiettivo del lavoro in Commissione è di riuscire a produrre un testo unico condivisibile da tutti; in effetti, insieme alla proposta Saltamartini con relatore Moffa del PDL, esistono a anche le proposte di Mosca, Brugger, Caparini, Calabria e Jannone.
La proposta di iniziativa del PDL intende introdurre il concetto di pari responsabilità di cura, crescita ed educazione dei figli da parte di entrambi i genitori.
Gli estensori della proposta di legge, oltre ad introdurre un periodo di congedo obbligatorio anche per il padre, intendono definire un trattamento economico più favorevole per il lavoratore nei periodi di congedo parentale.
In aggiunta, la proposta prevede permessi retribuiti per paternità, nonché la riduzione degli orari di lavoro per il padre, nell’ambito di un generale innalzamento delle tutele per entrambi i genitori, sia sotto il profilo delle indennità per i congedi parentali sia della durata degli stessi.
In particolare si riconosce uno sgravio contributivo del 50 per cento al datore di lavoro nel caso in cui il sostituto di lavoratori e di lavoratrici in congedo sia confermato, anche part-time, e nell’ipotesi di trasformazione del suo contratto di lavoro in un rapporto a tempo indeterminato.
Inoltre, si stabilisce l’obbligo per gli istituti che si occupano delle forme pensionistiche complementari di prevedere la possibilità di conseguire, durante i periodi di fruizione dei congedi parentali, l’anticipazione del trattamento di fine rapporto, ai fini del sostegno economico.
Non solo, si intende anche salvaguardare la crescita professionale dei genitori. In modo particolare, l’articolo 3 della proposta regola la possibilità di partecipare a concorsi pubblici, a procedure selettive interne, anche finalizzate alla progressione di carriera, a corsi di formazione professionale, nonché a corsi di riqualificazione per la progressione in carriera da parte delle lavoratrici in congedo di maternità.
La partecipazione è subordinata alla presentazione di un’idonea certificazione medica attestante che tale possibilità non arreca pregiudizio alla salute della donna e del nascituro.
È anche assicurato alla lavoratrice in stato di gravidanza la conservazione del diritto alla frequenza dei concorsi, dei corsi e delle procedure selettive ovvero, laddove si tratti di concorsi, di corsi e di procedure delle amministrazioni pubbliche, l’ammissione a una seconda sessione previo accantonamento dei posti necessari.