Si chiama Fondo per la crescita sostenibile e, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe rappresentare un utile strumento per poter finanziare programmi e interventi per la competitività e il sostegno dell’apparato produttivo, sulla base di progetti di ricerca di “rilevante interesse nazionale”, tali da poter accrescere e apprezzare il patrimonio tecnologico della nazione.
Sono tre le linee di intervento determinato dal decreto sulla Crescita. La prima, come è noto, è relativa alla promozione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, anche attraverso il ricorso al consolidamento dei centri e delle strutture di ricerca e di sviluppo delle imprese. La seconda linea riguarda invece il rafforzamento della struttura produttiva (con una particolare attenzione per il Mezzogiorno), al riutilizzo degli impianti produttivi e al rilancio di aree che si trovano in situazioni di crisi, tramite la sottoscrizione di accordi di programma.
La terza e ultima linea di intervento, invece, è relativa alla promozione della presenza internazionale delle imprese e all’attrazione di investimenti dall’estero. I finanziamenti deliberati a questi fini non potranno inoltre essere assistiti da garanzie reali (es. ipoteche o pegni) o personali (fideiussioni).
► LA CONTRIBUZIONE VOLONTARIA DEI LAVORATORI NON AGRICOLI
Previsto altresì il rilascio di garanzia per la sola anticipazione (eventuale) dei contributi in forma di sovvenzione.
► IL RECUPERO DELLA CONTRIBUZIONE NON VERSATA
All’interno dello stesso novero di strumenti legislativi va inoltre a inserirsi il c.d. credito di imposta, un contributo che potrà arrivare a rappresentare il 30% del totale, riservato alle sole imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e di sviluppo. Attualmente, il decreto non precisa alcun limite temporale di applicazione per l’agevolazione: di conseguenza, sembra che l’intervento possa avere un carattere strutturale e permanente all’interno del nostro sistema nazionale di fiscalità. Il credito d’imposta riguarderà solamente le attività di ricerca e di sviluppo, che dovranno avere un importo minimo di 50 mila euro di spesa ammissibile annua, e potranno ottenere un importo di credito massimo pari a 600 mila euro per esercizio fiscale.