In Sardegna, a valere sull’anno scolastico 2010-2011, è stato approvato il progetto che istituisce la terza edizione dei corsi di lingua italiana per extracomunitari. A fronte di uno stanziamento complessivo pari a 160 mila euro, l’Assessorato regionale del Lavoro punta a favorire il superamento delle condizioni di svantaggio dei cittadini extracomunitari nell’Isola ai fini sia lavorativi, sia di integrazione nel contesto sociale e culturale sardo. Si giunge alla terza edizione dei corsi dopo che le edizioni precedenti hanno incontrato il favore non solo da parte dei fruitori, ma anche degli stessi datori di lavoro; l’iniziativa, rientrante nelle raccomandazioni comunitarie, ed ulteriormente rafforzata con un Accordo di Programma siglato nello scorso mese di dicembre, prevede altresì l’estensione dei corsi anche a favore dei cittadini extracomunitari sotto i 18 anni.
Grazie ai corsi i lavoratori extracomunitari e le loro famiglie potranno mirare ad un’equiparazione rispetto agli altri abitanti della Sardegna in virtù proprio alle azioni di apprendimento e di alfabetizzazione della lingua italiana. Rispetto ai 160 mila complessivamente stanziati, 145 mila euro sono destinati proprio a tali azioni, mentre i restanti 15 mila euro serviranno per mettere in atto programmi di informazione, di sensibilizzazione e di pubblicizzazione dei progetti che saranno messi a punto.
L’emarginazione della popolazione immigrata rappresenta un rischio per l’integrazione sociale e culturale nel nostro Paese, ragion per cui a favore del migrante la promozione dell’insegnamento della lingua italiana individua un’attività essenziale che in Sardegna viene coordinata presso l’Assessorato del Lavoro da parte dell’Ufficio per gli immigrati appositamente costituito. A farsi carico dello svolgimento dei corsi saranno le istituzioni scolastiche che sono dislocate nelle Province della Sardegna, e che svolgono un ruolo di primo piano nell’inserimento socioculturale e nella messa a punto di azioni formative. Le attività, inoltre, si spingono, come sopra accennato, nel rispetto della raccomandazione che il Consiglio dei Ministri dell’Ue ha emanato nel 1998.