A causa della crisi economica internazionale non sono solamente i lavoratori dipendenti, quelli delle fabbriche e delle imprese di servizi, a rimanere senza posto di lavoro o, nel migliore dei casi, ad andare in cassa integrazione. Anche presso gli studi professionali, sia in Italia, sia un po’ ovunque, già da un pezzo si respira una brutta aria; non a caso, si stima che saranno ben 300 mila i posti di lavoro che nel 2009 “salteranno” presso gli studi professionali italiani, con molti di questi che hanno dovuto tagliare il budget e le collaborazioni. Molti di questi collaboratori, quasi sempre con partita IVA, iscritti magari all’ordine, e comunque senza ammortizzatori sociali, si sono ritrovati o si ritroveranno a spasso ed alla ricerca magari di un altro studio professionale pronto ad accoglierli.
Ma in questo momento è dura, molto dura, trovare un altro studio che se la passi così bene da poter reclutare, visto che, tra l’altro, proprio a causa delle crisi sono aumentati i casi per cui i clienti degli studi professionali non sono ancora riusciti a saldare le parcelle. Ma quali sono i liberi professionisti che più di tutti hanno risentito della crisi? Ebbene, come tra l’altro riporta il “Corriere della Sera“, a pagare dazio sono stati tutti quegli studi professionali la cui attività è strettamente legata al settore immobiliare. Il calo delle compravendite di case, ma anche il trend in calo nella costruzione di nuovi edifici, ha pesato non poco sull’attività degli studi professionali dove operano gli architetti, gli ingegneri civili e quelli edili.
Ma anche i notai hanno accusato il colpo, visto che il calo delle compravendite ha fatto diminuire il numero di persone che hanno stipulato un mutuo; e se poi consideriamo la stretta creditizia delle banche, il calo del volume d’affari per i professionisti citati in parecchi casi è stato molto ampio. A farne le spese chiaramente non sono stati i titolari degli studi professionali, ma la schiera di collaboratori che in molti casi è stata tagliata a causa del crollo delle commesse; e chi in passato si permetteva magari il lusso di tenere nel proprio studio professionale due segretarie, adesso ne ha una sola visto che, aspettando la ripresa degli affari, l’imperativo categorico è quello di tagliare i costi, anche quelli del personale.
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