Sono sempre di meno gli imprenditori italiani. Complice la crisi economico finanziaria che ha colpito anche il nostro Paese, il numero di imprenditori è sceso a quota 232 mila alla fine del 2011. Particolarmente drammatico il passo indietro rispetto al 2004: – 42,4%. Ma quali sono le principali cause di questa significativa regressione? E in che modo il trend potrà continuare anche nel corso del 2012?
Partiamo dai numeri, in parte già ricordati. Dal 2004 al 2011 gli imprenditori italiani (o meglio, per citare i dati Istat, i “gestori e organizzatori d’impresa che prevalentemente non partecipano al processo produttivo”) sono passati da 402 mila unità a 232 mila unità, con un crollo di 42,4 punti percentuali. Nel solo ultimo anno, il ribasso sarebbe stato pari a 9,8 punti percentuali, rimanendo così – pur di poco – al di sotto della doppia cifra.
Sul fronte temporale di sette anni (ovvero, il periodo di tempo reso disponibile dall’Istituto Nazionale di Statistica), emerge come la riduzione sia iniziata ben prima della crisi, alla quale tuttavia è possibile ricondurre la qualità di determinante più grave, visto e considerato che è proprio dal 2008 in poi che la percentuale di diminuzione nel numero di imprenditori italiani ha dato sfogo alla maggiore incisività.
La contrazione economica non può infatti che aver influito in misura molto pesante sul numero degli imprenditori, con un ribasso che dal solo 2008 al 2011 è stato pari al 18,6%. Ad ogni modo, un’altra determinante, meno negativa, sembra essere imputabile ai processi di aggregazione imprenditoriale che hanno “fuso” vari soggetti d’impresa, accorpando pertanto i dati di cui si è fatto cenno.
Le donne imprenditrici rappresentano ancora una piccola parte della categoria, con una percentuale pari al 19,6% alla fine del 2011: poco meno di uno su cinque.
Continueremo a monitorare il dato statistico anche nel corso dei prossimi mesi. Vi terremo informati sulle evoluzioni.