Secondo quanto afferma una indagine condotta dalla Fondazione studi dei Consulenti del lavoro, e pubblicata da Italia Oggi (il quotidiano che ha commissionato l’analisi), dal 2011 al 2012 i licenziamenti per la riduzione del personale o per la cessazione di attività sarebbero aumentati del 40%. Contemporaneamente, le assunzioni in tutti i principali settori avrebbero subito un crollo, aprendo uno scenario evolutivo per il 2013 che si preannuncia tutt’altro che roseo.
Stando ai dati forniti dai Consulenti del lavoro, che assistono circa 7 milioni di rapporti di lavoro, i dati ricavati non possono che confermare la straordinaria drammaticità del contesto nel quale gli operatori economici stanno lavorando, e che è destinato a non subire alcun netto miglioramento durante i prossimi trimestri.
L’inutilità degli interventi legislativi
Non solo. Sempre secondo le proiezioni compiute dalla ricerca, a niente (o a poco) sarebbero serviti gli interventi legislativi finora posti in atto, che più che spingere sulla leva della crescita e del lavoro, sarebbero stati univocamente preoccupati a determinare un maggior rigore. Le riforme attualmene allo studio, sostengono gli intervistati, non dovrebbero poter migliorare la situazione odierna, aprendo nuove ipotesi di sfiducia.
Le motivazioni dietro i licenziamenti
Ma per quale motivo si è riscontrato un simile boom di licenziamenti? La crisi economico finanziaria, ovviamente, non può che giocare un ruolo di primo ordine. Ma che l’aumento dei licenziamenti sia altresì legato indissolubilmente all’alto costo del lavoro è davvero indubbio, visto che la correlazione era stata già anticipata da precedenti studi compiuti dalla categoria.
In particolare, i contratti di lavoro a tempo indeterminato e gli apprendistati professionalizzati sarebbero calati di oltre 20 punti percentuali. Proprio per l’apprendistato – considerato come un contratto preferenziale per l’ingresso nel mondo del lavoro – la ricerca sottolinea che non vi saranno particolari e gradite speranze, in grado di incentivarne il suo ricorso.