Ormai il decreto lavoro 2023 è pronto per partire: il primo ok è giunto la settimana scorsa dal Senato e adesso finalmente c’è l’approvazione anche dalla Camera dei Deputati, che già martedì scorso aveva detto sì alla fiducia al governo.
Quindi, il decreto Lavoro 2023 è diventato legge, avendo preso 154 voti a favore e 82 contrari, con 13 astenuti. Diamo uno sguardo a quelle che sono le novità più interessanti che sono state introdotte. Prima di tutto troviamo sicuramente la riforma che ha ad oggetto il reddito di cittadinanza, per non parlare del taglio al cuneo fiscale che prenderà il via da luglio, senza dimenticare anche le nuove regole che hanno ad oggetto i contratti a termine. Novità anche in riferimento all’aumento della soglia di esenzione, così come bisogna evidenziare lo stanziamento di un maggior importo per i fringe benefits, oltre che la proroga dello smart working.
In riferimento al taglio del cuneo fiscale, va detto che le buste paga più importanti a partire dal primo giorno di luglio sia per quanto riguarda i dipendenti che lavorano nel pubblico oppure nel privato. Importante sottolineare come il testo che è passato dalle Camere ha comportato un altro taglio al cuneo fiscale in confronto a quanto era stato previsto dalla Legge di Bilancio, nella modalità dell’esonero contributivo. Si va dal 3% al 7% per quanto riguarda i redditi annui fino al massimo a 25 mila euro, mentre si va dal 2% fino al 6% in riferimento ai redditi fino al massimo a 35 mila euro.
Un abbassamento che, però, vale la pena ricordare, sarà esecutivo solo ed esclusivamente fino al prossimo 31 dicembre. Una volta oltrepassata tale soglia temporale, ecco che il Governo andrà alla ricerca di tutte le risorse, secondo quanto è stato dichiarato, per prorogare tale misura oppure per fare in modo che diventi strutturale.
Non mancano le discussioni in merito alle novità che hanno ad oggetto la riforma del reddito di cittadinanza. A partire dal 1° gennaio del prossimo anno, infatti, è stato previsto l’Assegno di inclusione per le famiglie in cui è presente almeno una persona disabile oppure un minore, piuttosto che un over 60. Interessante anche l’ampliamento dell’assegno a tutte quelle persone che si trovano in cura presso dei servizi socio-sanitari. Sono state modificate le norme che si riferiscono alle offerte di lavoro che vengono ritenute congrue ed è una novità in riferimento alla proposta originaria del decreto.