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Dettagli della riforma previdenziale Monti

Il neo premier Mario Monti si dice disponibile ad un confronto diretto con le parti sociali con lo scopo di trovare un accordo utile ad ottenere una riforma previdenziale il più equa possibile e nello stesso tempo utile al bilancio statale. La riforma previdenziale del Governo Monti sta intanto entrando nel vivo e cominciano a delinearsi i primi contorni di quella che viene definita una riforma importante per l’intero sistema pensionistico italiano e del sistema lavorativo.

Il primo punto fondamentale consiste nel garantire un reddito minimo a tutte quelle persone che si trovano improvvisamente senza lavoro, dando inoltre maggior tutela ai lavoratori precari come ad esempio quelli che risultano essere sotto contratto di collaborazione continuativa. Il secondo punto fondamentale che porterà un notevole risparmio alla casse dello Stato rientra nell’intenzione del Governo di aumentare in maniera netta e decisa l’età pensionabile delle donne che ancora oggi hanno discreti benefici nonostante l’aspettativa di vita sia in forte aumento. E così si porterà da subito l’età pensionabile delle donne a 62-63 anni e nel 2016-2018 tale soglia verrà equiparata a quella degli uomini ovvero 66-67 anni.

â–º RIFORMA DELLE PENSIONI CON IL SISTEMA CONTRIBUTIVO

Se questi due punti sono ancora in fase di studio, quello che invece è certo è il fatto che ogni pensione, dal primo Gennaio dell’anno venturo, sarà calcolata sulla base dei contributi realmente versati dal lavoratore fatta eccezione però per quei lavoratori che avevano attivato il meccanismo del sistema retributivo fino a tutto il 2011 e per tutte quelle persone che con il nuovo sistema non potranno beneficiare di una pensione sopra il minimo di legge.

â–º COME CAMBIANO LE PENSIONI DOPO LA RIFORMA

Allo stato attuale il numero di anni per il versamento dei contributi è fissato a 40, ma il Governo non ha escluso di innalzare tale soglia a 41 o addirittura a 43 anni anche se è chiaro che lo scontro con i sindacati sarà inevitabile sopratutto con la CGIL che ha già posto il veto se pur sotto la critica di Emma Marcegaglia presidente di Confindustria. Grazie a questa riforma il Governo italiano capitanato da Mario Monti cercherà di portare la media d’età dei neo pensionati italiani alla media europea.

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