La CGIA di Mestre ha monitorato l’andamento dei disoccupati nell’Unione Europea negli ultimi due anni, compresa anche l’Italia dove dall’inizio della crisi l’esercito dei senza lavoro è cresciuto al ritmo di 500 al giorno con un tasso di aumento dei disoccupati pari al 24,1%; il dato è chiaramente negativo, ma conforta, comunque fino ad un certo punto, il fatto che nello stesso arco di tempo, in media, nell’Unione Europea i disoccupati dall’inizio della crisi siano cresciuti del 37,9%. Quindi, gli effetti nefasti della crisi sull’occupazione si sono abbattuti in Italia e negli altri Paesi europei in maniera più o meno forte. Il segretario dell’Associazione degli artigiani mestrina, non a caso, ha messo in risalto come Paesi come il Regno Unito e la Spagna dal fronte occupazionale abbiano avuto un durissimo colpo.
Ma c’è anche da dire che la situazione nel nostro Paese sarebbe stata comunque ancor più pesante dal fronte dei licenziamenti se non ci fosse stata l’estensione della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (Cigo) non solo a favore delle grandi realtà imprenditoriali, ma anche per le piccole imprese che hanno potuto avvalersene senza dover mettere a punto massicci piani di espulsione del personale.
Nello stesso tempo, ci sono però anche Paesi che dal fronte occupazionale hanno saputo fare meglio di noi nel far fronte alla crisi; in merito il Segretario Bortolussi ha sottolineato come Paesi come la Finlandia, il Belgio e l’Austria abbiano perso occupati durante la crisi a ritmi decisamente inferiori ai nostri 500 senza lavoro al giorno, mentre addirittura in Germania, nei due anni che vanno dal luglio del 2008 al luglio del 2010, il numero dei disoccupati si è ridotto di ben 281 mila unità. Ed in merito agli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), la Cgil nei giorni scorsi ha sottolineato con preoccupazione come sia in aumento nel nostro Paese il tasso di inattività, e come occorra “prendere atto della realtà e intervenire per rimuoverne le cause“.