Continua ad avere nuove reclute nel nostro Paese l’esercito dei disoccupati. Gli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) sul quarto trimestre 2009 parlano chiaro: le persone che cercano un’occupazione sono aumentate di ben 369 mila unità , con la conseguenza che coloro che in Italia sono alla ricerca di un lavoro sono saliti a quota 2,14 milioni con una prevalenza a livello geografico nel Centro e nel Nord Italia. Il fatto che i nuovi disoccupati si concentrino al Nord ed al Centro si spiega con il fatto che trattasi delle aree del Paese a più elevata densità imprenditoriale, rispetto al Mezzogiorno, ragion per cui per i dipendenti delle imprese che chiudono a causa della crisi è sempre più difficile potersi reinserire in tempi brevi nel mondo del lavoro.
I dati comunicati dall’Istat, tra l’altro, stridono un po’ con un’indagine resa nota nei giorni scorsi dall’Inps, da cui era emerso per il mondo del lavoro in Italia un buon tasso di reimpiego, spesso anche in tempi molto brevi, dei lavoratori che percepiscono l’indennità di disoccupazione. A crescere, in base alle rilevazioni Istat, è stato anche l’esercito dei cosiddetti “inattivi“; la crescita, nel dettaglio, è stata pari a ben 253 mila unità con un incremento dell’1,7%, ed individua quelle persone che non sono alla ricerca di lavoro attualmente sia perché sperano in una chiamata dopo aver magari inviato in passato, senza risposta, centinaia di curriculum, sia perché sono scoraggiati ed oramai letteralmente si rifiutano di andare a cercare in maniera attiva un’occupazione.
Il commento della Cgil ai dati Istat non s’è fatto attendere, con il Segretario Confederale Fulvio Fammoni che ha ribadito come sia necessario che nel nostro Paese non solo debbano essere bloccati i licenziamenti, ma deve essere altresì data una risposta immediata sia alle vertenze, sia ai pensionati ed ai lavoratori dipendenti attraverso un alleggerimento della pressione fiscale a loro carico.