Sono rimasta colpita dalla storia di Martina Gherardi, giovane molto brillante che ha accontonato la carriera universitaria per un posto di lavoro presso Ntv, la compagnia di treni ad alta velocità. Purtroppo nel nostro paese i gioavni promettenti non riescono ad emergere e sono costretti o ad andare all’estero o, come accaduto a Martina, a lasciare il mondo dell’univiersità (che è una specie di casta).
A repubblica.it racconta che al secondo anno di dottorato ha capito
che per diventare un docente universitario la strada era lunga, tortuosa e piena di attese
Ed ancora:
Studiare mi è sempre piaciuto. All’inizio ero contenta, avevo tante idee e progetti per la testa, ma alla fine mi scontravo sempre con qualcuno che cercava di tagliarmi le gambe. Io e i miei colleghi, tutti precari, venivamo trattati come ragazzini di 18 anni: troppo piccoli (alcuni hanno 30 anni) per partecipare a un convegno, figuriamoci per fare qualche esperienza di insegnamento. Ho sentito il bisogno di cercarmi un altro lavoro, di diventare finalmente una persona adulta. Quando sono entrata all’università avevo in mente solo la carriera, ero più arrivista; adesso desidero una famiglia e un po’ di stabilità
E così abbandonato il mondo universitario è stata assunta con contratto a tempo indeterminato e dopo un periodo di formazione avrà parecchie responsabilità.
Cosa ne pensate? Io ammiro Martina: la sua è stata una scelta coraggiosa ma necessaria.