Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali informa che l’edizione 2012 del rapporto ISEE dedica un capitolo a parte alla prossima riforma sulle prestazioni sociali che il nostro Paese erogherà nei prossimi anni.
Infatti, la quinta edizione del Rapporto ISEE, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, oltre a presentare lo strumento di misurazione della condizione economica delle famiglie per l’accesso alle prestazioni sociali, il Ministero approfitterà del documento per mettere in evidenza le nuove proposte di modifica all’intero sistema sociale.
Ricordiamo che l’ISEE L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) e stato introdotto nel nostro ordinamento allo scopo di individuare “”criteri unificati di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni o servizi sociali o assistenziali non destinati alla generalità dei soggetti o comunque collegati nella misura o nel costo a determinate situazioni economiche”.
L’idea è stata quella di offrire l’erogazione di prestazioni per lo più di carattere sociale e assistenziale – definite sia a livello nazionale che locale – che possono essere anche rivolte all’intera popolazione e per le quali comunque vige un principio di razionamento o di tariffazione differenziata sulla base delle condizioni economiche dei richiedenti.
Ricordiamo che, sempre in base al Rapporto, lo Stato individua diverse tipologie di richieste che da lungo tempo si sente necessità. Si parte dall’Assegno per il nucleo familiare con tre figli minori all’Assegno di maternità fino ai servizi dedicati all’infanzia quali i servizi educativi e le mense scolastiche.
Non solo, il Rapporto pone anche in evidenza le richieste che servono a soddisfare le prestazioni scolastiche libri scolastici, borse di studio, ecc.) o le agevolazioni per le tasse universitarie fino alle prestazioni del diritto allo studio universitario non trascurando l’offerta per i servizi socio sanitari domiciliari o i servizi socio sanitari diurni e residenziali.
Nel Rapporto si pone anche in evidenza che la componente patrimoniale appare fortemente limitata dall’operare delle franchigie che, in questo modo, per quasi il 60% della popolazione ISEE, il patrimonio non ha alcun effetto sul valore dell’indicatore.
In particolare, in merito al patrimonio immobiliare, il valore dello stesso è abbattuto, per la maggior parte della popolazione, di oltre due terzi a causa dell’operare della franchigia sulla prima casa e, per quanto riguarda il patrimonio mobiliare, nella maggior parte dei casi, ovvero nel 96% de casi nel Mezzogiorno, dichiara di non possedere nemmeno un conto corrente o un libretto di deposito.