Mai come quest’anno, l’appuntamento con l’esame di stato per coloro che stanno svolgendo il praticantato per divenire commercialisti sta assumendo contorni piuttosto misteriosi. Al centro di tutto vi è il dpr Severino, concernente la riforma delle professioni, che rischia seriamente di mandare all’aria l’esame di novembre. Ne consegue un vero e proprio pressing accelerato che i rappresentanti di categoria stanno producendo sul Ministero dell’istruzione, università e ricerca, affinchè si possa presto arrivare a una soluzione che possa accontentare tutte le parti.
In breve, il tutto dipende dal decreto n. 143/2009, che prevede come l’esame di stato debba svolgersi almeno 12 mesi di pratica dopo il conseguimento della laurea. Pertanto, per i giovani che con le vecchie convenzioni (non quella siglata da Cndcec e Miur nel 2010) hanno concluso i 18 mesi prima che sia trascorso un anno dalla laurea (in materia, qui il nostro speciale sulla riforma delle professioni 2012), si aprono margini di interpretazione vastissimi. Cosa dovranno fare costoro? Rinunciare all’esame di stato perché non rispettano i limiti temporali (si veda anche il focus sul tirocinio revisori 36 mesi), o sostenerlo con il rischio di vederlo annullato?
Per questo motivo il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili ha richiesto da tempo un chiarimento sulla vicenda. Intanto, secondo quanto affermato da Alessandro Lini, presidente della Fondazione centro studi dell’Ungdcec, “ai giovani conviene aspettare qualche mese in più in attesa dei chiarimenti, che però non devono arrivare oltre settembre, dato che l’esame di stato si svolgerà a novembre”.
“La problematica riguarda i tirocinanti iscritti tramite le vecchie convenzioni” – afferma in proposito Lini – “anche perché era previsto l’esonero dalla prima prova scritta. Ora bisognerà vedere come si coordineranno il decreto del Miur con il dpr di riforma delle professioni. Il problema riguarda coloro che si sono iscritti prima dell’entrata in vigore del nuovo tirocinio, perché non è stata prevista alcuna disciplina transitoria. Più di due terzi degli attuali tirocinanti è in questa situazione” – conclude Lini – “l’auspicio è che da qui alla prossima sessione d’esame il problema sia risolto. Tra l’altro, bisognerà vedere la percentuale di coloro che riusciranno a passare l’esame di stato con il tirocinio dimezzato. Solitamente, infatti, i primi due anni lo studio viene messo da parte contando sul fatto che poi ci sono altri 12 mesi a disposizione per preparare l’esame. Insomma, era necessario un periodo transitorio”.