È stata presentata una proposta di legge alla Camera dei Deputati di iniziativa del deputato Mosca in materia di applicazione degli studi di settore alle lavoratrici libere professioniste in caso di maternità.
Premesso che gli studi di settore possono essere definiti come un metodo a base statistica per il calcolo dei ricavi o dei compensi presunti dell’attività di ogni impresa o professionista.
Grazie a questo meccanismo è possibile fotografare il giro d’affari presumibile di commercianti, artigiani e professionisti e ne stabiliscono l’imponibile fiscale.
Gli studi di settore sono stati introdotti in Italia dal 1993 e sono stati oggetti anche ad aspre critiche. Alcuni hanno, ad esempio, rilevato che questo particolare meccanismo automatico porta, in realtà, a risultati sottostimati.
Attualmente già si prevedono alcune cause di esenzione dagli studi di settore.
Così, non è possibile applicare gli studi di settore, in sede di accertamento, nei confronti di quei contribuenti che presentino un periodo d’imposta diverso dai dodicimesi (indipendentemente dal fatto che tale periodo si trovi a cavallo di due esercizi), né per quei contribuenti il cui ammontare dei ricavi dichiarato superi il limite fissato dal decreto del Ministero delle finanze che approva i singoli studi di settore.
Con questa proposta di legge si intende intervenire sull’incidenza dello strumento degli studi di settore sulle libere professioniste neomadri.
In particolare, la proposta del deputato Mosca punta a estendere tale esclusione,limitatamente ai due periodi di imposta successivi al primo parto,anche alle libere professioniste che vantino tale requisito.
La ragione di questo provvedimento ha l’obiettivo di tutelare le professioniste che, a causa della maternità, subiscono un’inevitabile contrazione dei loro introiti.
L’idea del proponente è quella di coinvolgere gli enti che gestiscono le forme obbligatorie previdenziali in favore dei liberi professionisti (casse professionali) a creare il collegamento tra il singolo professionista e l’Agenzia delle entrate ai fini certificativi del loro status di neo madri ed usufruendo dell’esclusione.
Lo status di neo madri dovrà essere dimostrata con la presentazione del certificato di nascita del figlio o della dichiarazione sostitutiva.