L’indagine dell’Eurispes ha messo in evidenza le due realtà più a rischio per la collettività.
Il dato oggettivo è il risultato del Rapporto Prevenzione e sicurezza tra crescita economica e qualità di vita, commissionato all’Eurispes dal Consiglio nazionale degli ingegneri.
Gli infortuni in ambito di lavoro e nelle strade rappresentano un costo per la collettività di 73 miliardi di euro: un valore enorme, pari al 4,6% del PIL, di cui più della metà riconducibili agli infortuni sul lavoro.
Secondo l’istituto di ricerca la strada da percorrere è ancora lunga e lo Stato, che dovrebbe dare l’esempio, utilizza e costringe i propri dipendenti a lavorare in strutture che non sono a norma.
In effetti, secondo Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes,
Benché il numero degli infortuni sia in calo permane una percezione insufficiente del rischio da parte dei lavoratori ed una scarsa informazione. Sulle infrastrutture invece, la maggior parte degli edifici pubblici, tra cui scuole e ospedali, non sono a norma: insomma le istituzioni che dovrebbero essere le prime a dare l’esempio sono le prime a non rispettare la legge
Il parere del presidente del Consiglio Nazionale degli ingegneri, Giovanni Rolando, è preciso
L’Italia soffre di una mancanza di pianificazione e la mancata elaborazione di una cultura della sicurezza è il riflesso di una cultura della prevenzione non ancora acquisita.
Anche se la recente manovra finanziaria ha accorpato, a causa del contenimento della spesa pubblica, l’Ispel e l’Ipsema all’Inail ciò non vuol dire che il tema della sicurezza è svolto con maggiore incisività.
In realtà senza un piano nazionale preciso in tema di prevenzione e sicurezza non è possibile svolgere il proprio ruolo e coordinare diverse realtà ognuno con specificità proprie.
Dello stesso parere è Francesco Lotto, presidente del Civ dell‘Inps, che sottolinea i suoi dubbi
accorpare Ipsema e Ispel nell’Inail non equivale, in automatico, a fare una riforma del sistema per arrivare ad un polo unico della salute e della sicurezza