È scaduto il contratto di lavoro dei lavoratori di Detroit e Marchionne sfida il sindacato per ottenere maggiori e più convenienti intese. L’amministratore delegato di casa Fiat, attraverso una lettera indirizzata al responsabile del sindacato americano, ha accusato il sindacato di non aver rispettato gli impegni assunti per il rinnovo del contratto entro i termini previsti.
In realtà, al sindacato americano non piace più la contrattazione a due livelli: giusta in caso di crisi aziendali ma non più tollerata quando l’azienda inizia a macinare utili. In un sistema di questo tipo i nuovi assunti guadagnano in alcuni la metà dei vecchi dipendenti.
C’è chi pensava di continuare ad applicare questo sistema perché ha consentito alle case automobilistiche di tagliare i costi ed è positiva per la competitività delle aziende. In effetti, quattro anni fa, il sindacato United Auto Worker ha consentito a Chrysler, Gm e Ford di pagare meno i nuovi assunti per ridurre il gap sui costi con le case automobilistiche straniere.
Solidarietà a Bob King dal leader della Cisl Raffaele Bonanni
Il mio amico Bob King ha dapprima preso atto della crisi profonda in cui si trovava la Chrysler e adottato una terapia d’urto per rimetterla in pista. Ora che la Chrysler fa affari giustamente chiede il conto. King ha dapprima sanato il corpo malato e poi ha chiesto il conto. Vedo molti in Italia che chiedono il conto prima di risanare il corpo. Questa è la piccola differenza che taluni devono vedere con molta profondità che invece manca. La possiamo ritrovare solo con una rinnovata responsabilità delle forze principali del Paese
Secondo alcuni analisti sarebbe necessario alzare i bonus da 3.000 dollari ad almeno 5.000 dollari anche in considerazione del fatto che le retribuzioni dei dipendenti sono invariate dal 2003: si tratta di richieste legittime da parte del sindacato che aveva fatto, in passato, parecchie concessioni.
Ricordiamo che nel 2007 l’Uaw aveva acconsentito al sistema dei due livelli salariali che aveva permesso alle aziende di risparmiare sino alla metà sul costo del lavoro per i nuovi assunti, un sistema che riguarda 4.000 dei 112 mila lavoratori ma c’è chi vorrebbe estendere per equiparare maggiormente il costo del lavoro a quello dei maggiori competitori asiatici come Toyota e Honda.