Si sa, la Simest è la finanziaria pubblico-privato partecipata dal ministero dello Sviluppo economico che si occupa di supportare le aziende che esportano. In questa particolare congiuntura economica arrivano segnali positivi dalla domanda internazionale e progetti di investimento all’estero tanto che la finanziaria ha approvato diversi progetti perché vede, tra l’altro, il mercato estero come possibile rilancio dell’economia nazionale.
Beneficiano di questa decisione le aziende italiane che intrattengono rapporti commerciali con Paesi emergenti quali ’Estremo Oriente o il Sudamerica su diversi settori: dalla meccanica, tradizionalmente nostro fiore all’occhiello, fino ad arrivare alla chimica.
Parliamo del Gruppo Stevanato di Piombino Dese che potenzierà l’investimento già presente in Messico per la produzione di flaconi, tubofiale e fiale in vetro per l’industria farmaceutica del mercato americano o la Lafert di San Donà di Piave che ha deciso di presenziare la zona economica di Suzhou per avviare la produzione di motori per l’automazione industriale.
A questo proposito l’amministratore delegato della Simest Massimo D’Aiuto osserva che
L’America latina in questa particolare fase rappresenta una delle mete più appetibili per le imprese italiane. Una tendenza in crescita, anche se la meta più ambita in assoluto resta ancora la Cina
Non solo, le aziende italiane sono anche interessate a investire nei trattori ad opera della Same Deutz-Fahr di Treviglio o negli isolanti in gomma come l’Isolante K-Flex di Roncello (Monza).
Massimo D’Aiuto rileva che
Queste operazioni sono degli esempi di una tendenza positiva: le imprese con un know how forte e tecnologia competitiva riescono a investire per la crescita nonostante la crisi
Per il 2011 sono 75 i progetti che la Simest ha finanziato per un impegno di spesa di 170 milioni di euro con una previsione di investimenti per 1,3 miliardi di euro.
Simest è anche presente nei progetti supportati dal Fondo di venture capital, 64 progetti, per un impegno complessivo di 22 milioni.
In definitiva, finanziare le nostre aziende non toglie risorse a quelle nazionali perchè tutte fanno parte di un unico sistema economico che mira ad uno stesso obiettivo.