Lo scontro alla Fiat tra il gruppo dirigente e la Fiom non sembra finire.
Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ha sollevato un problema di rappresentanza accusando la Fiat di voler attaccare il diritto alla democrazia interna nelle fabbriche.
Secondo le dichiarazioni del segretario della Fiom, la Fiat intenderebbe ostacolare la rappresentanza sindacale targata Fiom all’interno delle strutture produttive. Infatti, in base all’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori le rappresentanze sindacali possono essere costituite solo nell’ambito delle associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti di lavoro.
Nella fattispecie ai dipendenti della newco di Pomigliano non si potrà di certo impedire di iscriversi al sindacato che preferiscono, ma si potrà impedire a quel sindacato di avere delegati in fabbrica perché non risulta firmataria del contratto nazionale dei metalmeccanici del 2009 e il nuovo contratto aziendale sulla base dell’accordo separato del 15 giugno del 2010.
Per questo la Fiom-Cgil non avrà il diritto a presentare liste all’elezione dei delegati e, di conseguenza, non avranno rappresentanti in fabbrica.
Per Maurizio Landini
un sogno illusorio pensare che, dalla grave crisi che colpisce la Fiat, si possa uscire cancellando i diritti di chi lavora, il contratto nazionale e la democrazia
In merito allo scontro tra Fiom e Fiat Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, in una intervista rilasciata al giornale “La Repubblica” ha osservato che
Abbiamo firmato cinquantacinque contratti nazionali di lavoro. Non ne abbiamo firmati tre. In realtà c’è un punto su cui la Cgil ha detto no e deve continuare a farlo: il fatto che i contratti diventino delle cose da cui derogare. C’è però un onere di proposta sul quale vedo difficoltà da parte della Fiom. Dai tavoli si va via se ci sono delle ragioni di merito, non per principio. Il rischio a quel punto è che altri decidano per noi
Il segretario della Fiom ha lanciato un appello alle altre organizzazioni sindacali affinché
non si rendano complici di un tale disegno della Fiat, che in realtà vuole semplicemente cancellare definitivamente il diritto e la libertà di ogni singolo lavoratore di poter decidere collettivamente di contrattare i contenuti della propria condizione di lavoro
Sindacato, alla Fiat rappresentanza a rischio
Lo scontro alla Fiat fra il gruppo dirigente e la Fiom non sembra finire. Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ha sollevato un problema di rappresentanza accusando la Fiat di voler attaccare il diritto alla democrazia interna nelle fabbriche.
Secondo le dichiarazioni del segretario della Fiom la Fiat intenderebbe ostacolare la rappresentanza sindacale targata Fiom all’interno delle strutture produttive; infatti, in base all’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori le rappresentanze sindacali possono essere costituite solo nell’ambito delle associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti di lavoro. Nella fattispecie ai dipendenti della newco di Pomigliano non si potrà di certo impedire di iscriversi al sindacato che preferiscono, ma si potrà impedire a quel sindacato di avere delegati in fabbrica solo perché non risulta firmataria del contratto nazionale dei metalmeccanici del 2009 e il nuovo contratto aziendale sulla base dell’accordo separato del 15 giugno scorso, entrambi non sottoscritti dalla Fiom.
Per questo i metalmeccanici della Cgil non avranno diritto a presentare liste all’elezione dei delegati, dunque non avranno rappresentanti in fabbrica e potrebbero non averla anche negli altri siti Fiat se l’azienda proponesse newco per ogni stabilimento con nuovi accordi separati.
Per Maurizio Landini
“un sogno illusorio pensare che, dalla grave crisi che colpisce la Fiat, si possa uscire cancellando i diritti di chi lavora, il contratto nazionale e la democrazia”.
In merito allo scontro tra Fiom e Fiat, il segretario generale della CGIL, in una intervista rilasciata al giornale “La Repubblica” ha osservato che
«Abbiamo firmato cinquantacinque contratti nazionali di lavoro. Non ne abbiamo firmati tre. In realtà c’è un punto su cui la Cgil ha detto no e deve continuare a farlo: il fatto che i contratti diventino delle cose da cui derogare. C’è però un onere di proposta sul quale vedo difficoltà da parte della Fiom. Dai tavoli si va via se ci sono delle ragioni di merito, non per principio. Il rischio a quel punto è che altri decidano per noi».
Il segretario della Fiom ha lanciato un appello alle altre organizzazioni sindacali affinché
“non si rendano complici di un tale disegno della Fiat, che in realtà vuole semplicemente cancellare definitivamente il diritto e la libertà di ogni singolo lavoratore di poter decidere collettivamente di contrattare i contenuti della propria condizione di lavoro”.