Il ministero del lavoro, con il contributo delle regioni e delle parti sociali, ha emanato le linee guida per il 2010 per la formazione professionale.
L’accordo ha l’obiettivo di razionalizzare le politiche di formazione con un uso più mirato ed equilibrato delle risorse finanziarie disponibili, circa 2.5 miliardi di euro.
Le risorse finanziarie, in buona sostanza, sono limitate e non permettono di avviare singole politiche regionali. Ora, grazie a questa intesa, diventa possibile dare risposte efficienti e mirate attraverso un unico strumento al problema serio della disoccupazione e alla ricollocazione degli inoccupati.
Rientrano in questa categoria i disoccupati di lungo corso, i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione.
A questo scopo l’accordo stipulato con il governo mira a definire i vari fabbisogni formativi e intende introdurre un metodo di apprendimento per competenze, che sostituisca l’approccio spiccatamente scolastico per discipline separate.
Questa è un’interessante novità: potrà essere la base per definire un sistema nazionale di competenze in grado di garantire ai cittadini la spendibilità delle stesse ovunque acquisite.
L’accordo si articola in cinque punti.
Per prima cosa è stata decisa l’istituzione, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di una cabina di regia nazionale per analizzare i diversi fabbisogni di competenze e figure professionali nei territori e dei diversi settori produttivi.
L’obiettivo della cabina di regia è quello di promuovere l’occupabilità attraverso politiche di coordinamento mirate a potenziare l’offerta in cambio di una maggiore flessibilità.
È stata poi definita la formazione degli adulti attraverso meccanismi formativi in grado di dare risposte concrete alle imprese e ai lavoratori. Si prevede, infatti, di definire accordi di formazione allo scopo di favorire il rientro anticipato dei cassaintegrati.
L’intesa prevede anche, in via sperimentale per il 2010, di un sistema di accreditamento su base regionale e secondo standard omogenei condivisi a livello nazionale.
Questi saranno dei “valutatori” indipendenti che potranno certificare le effettive competenze dei lavoratori, la rivalutazione dell’istruzione tecnico-professionale, il rilancio del contratto di apprendistato e l’ampliamento e diversificazione delle azioni formative per gli inoccupati, anche promuovendo l’apprendimento nell’impresa.
Ogni percorso formativo dovrà essere registrato sul Libretto formativo introdotto dall’articolo 2 del decreto legislativo n. 276/2003.
L’intesa non ha escluso gli inoccupati. L’accordo prevede l’ampliamento e diversificazione delle azioni formative in favore degli inoccupati attraverso la promozione di tirocini di inserimento, corsi di istruzione e formazione tecnico superiore (IFTS), e, in generale, promuovendo l’apprendimento nella impresa.
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