Diversi quotidiani, sulle loro versioni online, hanno pubblicato la bozza del nuovo sistema pensionistico italiano definito dal governo Monti su suggerimento del ministro del lavoro Elsa Fornero: dall’eliminazione delle pensioni di anzianità fino alla mancata perequazione delle pensioni senza per nulla affrontare il tema della patrimoniale se non con timidi tentativi di far passare alcuni provvedimenti come imposta patrimoniale.
Vediamo alcuni punti della bozza. Per prima cosa si è deciso di abolire le pensioni di anzianità, ora si chiama pensione anticipata, eliminando le famose quote, ossia la somma tra l’età anagrafica e contributi versati, e i lavoratori dipendenti dal 2012 potranno andare in pensione, ovvero potranno uscire in anticipo rispetto all’età di vecchiaia, solo se possono vantare almeno 41 anni di contributi per le donne o 42 per gli uomini.
Solo questo provvedimento cambia radicalmente il nostro sistema pensionistico, in effetti, oggi per andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica occorrono 41 anni di contributi, ossia 40 anni più la finestra mobile di 12 mesi. Al contrario, i lavoratori autonomi possono meritarsi il sospirato riposo con 41 anni e mezzo, ossia aggiungendo ai 40 anni i 18 mesi della finestra mobile, se uomini o 42 e mezzo se donne.
Esiste la possibilità di anticipare la pensione di vecchiaia, ossia prima dei 63 anni dal 2012 e da qui il termine di pensione anticipata, solo se si possiedono 42 anni e un mese di contributi se uomini ma in questo caso si subisce la penalizzazione sulla quota liquidata con il retributivo del 3% per ogni anno di anticipo nell’accesso al pensionamento prima dei 63 anni di età.
La nuova riforma pensionistica abolisce di fatto anche le finestre mobili perché sarà assorbita nell’età effettiva; infatti, con la scomparsa delle decorrenze dei 12 mesi se lavoratori dipendenti e 18 mesi per quelli autonomi diventa effettivo il limite dei 66 anni per gli uomini, 65 anni di età più un anno della finestra, se lavoratori dipendenti.
Non solo, è stata anche introdotta la fascia di flessibilità per il pensionamento: le donne saranno sottoposte ad una fascia tra i 63 e i 70 anni mentre per gli uomini sarà tra i 66 e i 70 anni con meccanismi di penalizzazioni, per chi decide di uscire prima, o di bonus, per chi decide di posticipare l’uscita.