Gino Giugni, giurista e riformatore appartenente al vecchio Psi (Partito Socialista Italiano), è morto domenica notte a Roma al termine di una grave malattia alla veneranda età di 82 anni. Viene ricordato come il fondatore dello Statuto dei lavoratori, dal momento in cui nel 1969 venne messo a capo della Commissione nazionale che ebbe l’incarico di scrivere il testo (il quale rappresenta una delle norme principali del diritto del lavoro italiano).
Gino Giugni è stato professore di diritto del lavoro all’università di Roma, e presidente del Psi. Ha insegnato a Parigi e Los Angeles, ed è diventato presidente dell’Accademia europea di diritto del lavoro. negli anni 80 Giugni ha presieduto le commissioni ministeriali per la riforma delle liquidazioni e sul costo del lavoro. Nel 1983 a Roma è stato vittima di un attentato delle Brigate Rosse, a cui è sopravvissuto. Nel corso della sua carriera, ha assunto cariche sempre più importanti, diventando presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama ed ottenendo dal 1993 al 1994 la carica di ministro del Lavoro e della sicurezza sociale del governo Ciampi. Infine ha ricoperto la carica di presidente della Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.Giorgio Napolitano, in merito alla sua figura, ha riferito tali parole:
é stato uno studioso di altissimo livello, riconosciuto ispiratore di una moderna scuola di diritto del lavoro, e allo stesso tempo è stato promotore di una legislazione sociale avanzata culminata nello Statuto dei diritti dei lavoratori. Pagò il suo impegno democratico con la vile aggressione del terrorismo brigatista che colpì gravemente il suo fisico. Gino Giugni, resta esempio di appassionata dedizione allo Stato democratico e di assoluta coerenza e integrità.
Un ricordo è arrivato oltre che dal mondo politico, anche dai leader sindacali. A detta di Guglielmo Epifani, leader della Cgil, secondo il quale Gino Giugni è stato un grande protagonista della riforma del diritto del lavoro e della legislazione sociale, un vero riformatore
via| Repubblica.it.
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