È il 12 giugno la data in cui si celebra una giornata particolarmente importante per la salvaguardia dei più piccoli e il mondo del lavoro. Stando al più recente rapporto che è stato pubblicato congiuntamente dall’Unicef e da Ilo, pare che siano addirittura 160 milioni i bambini, ma anche adolescenti, nella fascia di età che va da 5 fino a 17 anni, che sono obbligatori a lavorare.
Non solo, dal momento che è stato registrato pure un forte aumento pari a ben 8,4 milioni di bambini che lavorano nell’ultimo quadriennio. Si tratta di una serie di dati che evidentemente fanno preoccupare e non poco, visto che mettono in evidenza come i vari passi in avanti che erano stati fatti per contrastare il lavoro minorile attualmente si sono fermati.
Non bisogna dimenticare anche i 79 milioni, all’incirca, di bambini che sono chiamati a svolgere dei lavori potenzialmente pericolosi per la loro salute, ma soprattutto che possono incidere negativamente sulla loro crescita, non solo sotto il profilo psicofisico, ma anche dal punto di vista morale. Secondo le varie stime, sul territorio italiano si parla di un fenomeno che ha ad oggetto almeno 336 mila minorenni di età compresa tra 7 e 15 anni.
Un allarme molto importante che è stato lanciato da parte di Save the Children, che ha chiarito come entrare troppo presto nel mondo del lavoro può diventare un vero e proprio macigno sui propri sogni e aspirazioni in merito al futuro. Un fenomeno che, purtroppo, sul territorio italiano è ancora particolarmente diffuso ed è anche molto complicato da debellare per via del fatto che per buona parte è sommerso.
Nella fascia d’età tra 14 e 15 anni, il 20% dei minorenni in Italia lavora e qualcosa come quasi il 28% si occupa di svolgere dei lavori particolarmente rischiosi. I settori in cui il lavoro minorile si concentra di più sono quelli della ristorazione, della vendita al dettaglio, delle attività in ambito agricolo, per poi arrivare ai cantieri, alle attività di cura delle persone e pure a diverse forme di lavoro innovative che si svolgono online da remoto.
E, per questo motivo, Save the Children, ha deciso di lanciare un importante appello, in cui spera e auspica che le istituzioni, ma anche agenzie e servizi sociali possano unirsi e combattere insieme questa terribile piaga, contrastando il fenomeno sommerso e garantendo i diritti fondamentali dei bambini. Nello specifico, ha fatto richiesta all’ISTAT e ai Comuni di intervenire per realizzare un programma operativo di contrasto efficace e responsabile.