Nonostante nel 2019 la situazione del lavoro per i giovani in Italia sia leggermente migliorata, il 2020 e l’emergenza sanitaria attualmente in atto porterà con sé nuovamente una decrescita rapida. È chiaro che in Italia servirà fare molto di più, soprattutto rispetto allo scenario che caratterizza vari stati membri dell’UE.
Sia a livello generale, che per i giovani che hanno meno di 35 anni, il tasso di disoccupazione in Italia è più basso solamente di quello greco e spagnolo: 30,2% contro, rispettivamente, 39,7% e 33,7%. Fa impressione che ci siano all’incirca 25 punti percentuali in più rispetto a Paesi come Olanda, Repubblica Ceca e Germania.
L’importanza di scegliere con attenzione i corsi di studio
Ecco perché è così importante scegliere dei corsi di studio che siano in grado di garantire uno sbocco lavorativo. In questo senso, si stanno ritagliando un ruolo sempre più apprezzato e lodevole gli ITS, ovvero gli Istituti Tecnici Superiori. Si tratta di percorsi post diploma che permettono ai giovani di ricevere una formazione tecnica estremamente professionale e qualificata, in maniera tale da poter accedere immediatamente sul mercato del lavoro e lavorare fin da subito in azienda.
Questi corsi vengono realizzati sfruttando collaborazioni con varie realtà imprenditoriali, ma anche tanti centri di ricerca ed enti locali: l’obiettivo è quello di sviluppare un numero sempre maggiore di competenze in tutti quei settori tecnologici che vengono considerati nevralgici per il futuro del Paese, sia per quanto riguarda il supporto all’economia che la competitività rispetto agli altri Paesi.
Corsi ITS e figure professionali qualificate e specializzate
Nel mondo del lavoro attuale, ormai è diventata una necessità chiara ed evidente a tutti: sempre più spesso c’è bisogno di figure specializzate e qualificate. Ecco spiegato il motivo per cui, nella formazione dei giovani, è fondamentale che possano scegliere un indirizzo ben determinato, che possa rappresentare il trampolino di lancio perfetto per il mondo del lavoro.
Gli ITS rappresentano proprio per questa ragione un’ottima soluzione. La formazione offerta è altamente qualificata e mira a diminuire il più possibile il gap che intercorre tra scuola e mondo del lavoro. In che modo? Con un’ampia gamma di percorsi formativi altamente qualificati, oltre che specializzazioni tecniche innovative.
Puntare sui corsi ITS porta in dote un gran numero di vantaggi. Prima di tutto, questi corsi permettono di studiare direttamente in azienda, sfruttando un contratto lavorativo di apprendistato, in maniera tale che l’integrazione tra formazione e lavoro sia più alta. Ben metà dei docenti arriva da realtà imprenditoriali, così come la metà dei percorsi sfrutta le tecnologie 4.0 di nuova generazione, mentre il 30% dei corsi si svolge in azienda.
Le statistiche non mentono: l’80% deli studenti che si iscrivono ad un corso ITS riesce a trovare un’occupazione entro 12 mesi dal diploma ITS, ma è interessante sottolineare anche un altro aspetto. Ovvero, che ben 9 studenti su 10 riescono a trovare lavoro in un percorso che segue l’indirizzo del proprio corso di studi.
I corsi vengono suddivisi in 6 aree tecnologiche, con l’obiettivo di formare professionisti che abbiano competenze certificate e di alto spessore: ambiente, mobilità sostenibile, tecnologie della vita, attività culturali, informazione e comunicazione.
Io sono diplomato in Istituto Tecnico Industriale ma disoccupato da oltre 2 anni.
Disoccupato da 3 anni e diplomato ITIS ad indirizzo meccanico. Non è vero che si trova lavoro.
Gli ITS servono solo per svalutare i già esistenti diplomi tecnici, creati solo per fare cassa e basta.