Secondo quanto riportato dal Corriere.it è vero che si andrà in pensione sempre più tardi ma proprio questo la renderà più “corposa” ; sembra insomma prospettarsi un futuro più roseo rispetto a quello immaginato fino ad oggi. Ecco un esempio:
Una persona che comincia a lavorare oggi a 34 anni e andrà in pensione nel 2046 dopo 35 anni di lavoro dipendente prenderà il 70% dell’ultimo stipendio. Che si riduce al 54% per un lavoratore autonomo (ma questi versano all’Inps il 20% contro il 33% dei dipendenti). Anche ipotizzando il caso di un precario che restasse tale per tutta la vita lavorativa, la conclusione è che andrebbe in pensione con un assegno pari al 57% dell’ultima retribuzione
Lo studio è stato condotto da Stefano Patriarca, che è stato uno dei responsabili tecnici della riforma Dini del 1995 e quindi conosce bene la materia che dice
Non è tanto ma non è neppure il 30% di cui si parlava prima. Semmai il problema è che se la retribuzione è bassa allora la pensione potrebbe non essere sufficiente, ma questo riguarda il mercato del lavoro e non il sistema previdenziale, perché non si possono avere pensioni ricche se le retribuzioni sono povere
Vogliamo però parlare delle tantissime pensioni d’oro che esistono nel nostro paese? E’ ingiusto soprattutto di fronte a choi a stento riesce ad arrivare a fine mese! E nessuno fa nulla però per far sì che le cose cambino!