Lo scorso 28 gennaio il governo aveva inviato alle parti sociali lo schema del nuovo decreto che intende finalmente risolvere l’annosa questione sui lavori usuranti, così come definito dalla delega presente sul Collegato lavoro.
In base al testo avranno la possibilità di chiedere l’accesso alla pensione anticipata i lavoratori che erano già identificati dal decreto Salvi del 1999, o almeno secondo l’agenzia di stampa Ansa, i lavoratori che svolgono lavoro notturno, quelli che prestano la loro attività alla linea catena e i conducenti di veicoli con capienza non inferiore ai nove posti.
Per la precisione, sempre secondo l’Ansa, avranno questa possibilità i lavoratori che fanno almeno 64 notti con i requisiti maturati dal luglio 2009, 78 per chi li ha maturati tra il 2008 e la prima metà del 2009.I lavoratori del decreto Salvi sono quelli che svolgono la loro attività in galleria, nelle cave, ad alte temperature compresa la lavorazione del vetro.
Sul testo presentato la CGIL per voce di Vera Lamonica, segretaria confederale, osserva che
La Cgil attende di conoscere le norme che vengono proposte per dare un giudizio di merito, ma in ogni caso, riteniamo positivo che finalmente il governo prende atto che i lavori non sono tutti uguali, e che intervenga per l’applicazione dell’anticipo per l’andata in pensione per coloro che svolgono lavori particolarmente faticosi e pesanti.
Sempre secondo l’autorevole agenzia di stampa, nel testo presentato è concessa la possibilità di anticipare la pensione a chi ha svolto un’attività usurante per almeno sette anni negli ultimi dieci nel caso di decorrenza entro il 31 dicembre 2017.
Dal 2018 il requisito cambia: occorre aver svolto un lavoro usurante per metà della propria vita lavorativa.
L’Ansa osserva che a regime, ovvero dal 2013, l’accesso alla pensione sarà permesso con un’età anagrafica di tre anni inferiore a quella prevista (o tre punti in meno se si considera la quota tra età e anni di contribuzione, 94 invece di 97 e un’età anagrafica minima di 58 anni).
In via transitoria (tra il 2008 e il 2012) l’anticipo per l’accesso alla pensione varia da uno a tre anni.
Ricordiamo che il decreto è stato approvato ieri in Commissione alla Camera e dovrà essere inviato nei prossimi giorni al Senato.