Che non sia la classica soluzione all’italiana, dal danno alla beffa: le liberalizzazioni “all’italiana” sono costate ai lavoratori italiano 110 miliardi di euro. In effetti, la CGIA di Mestre, dopo una ricerca in mercato, ha posto in risalto che l’apertura dei mercati delle assicurazioni sui mezzi di trasporto, dei carburanti, del gas, dei trasporti ferroviari ed urbani e dei servizi finanziari, in questi anni, non ha portato nessun vantaggio economico ai consumatori italiani.
La ricerca della CGIA di Mestre ha posto in evidenza che
Emerge in maniera molto evidente che in Italia le liberalizzazioni, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno funzionato. I prezzi o le tariffe sono cresciute con buona pace di chi sosteneva che un mercato più concorrenziale avrebbe favorito il consumatore finale. Purtroppo, in molti settori si è passati da una situazione di monopolio pubblico a vere e proprie oligarchie controllate dai privati. Detto ciò, noi siamo per le vere liberalizzazioni, quelle in grado di portare reali vantaggi economici ai consumatori: per questo chiediamo al Governo Monti, invece di iniziare dai taxi o dalle edicole, di intervenire contro i potentati economici che controllano le assicurazioni, le banche e il settore energetico
Il pacchetto di liberalizzazioni che verrà approvato a breve coinvolgerà farmacie, notai, trasporti, energia, banche, benzina, gasolio, assicurazioni e acqua (anche se, su questo argomento, esiste un referendum approvato dalla maggioranza dei cittadini).
Secondo le indicazioni presenti nella bozza del governo Monti i gestori di benzina potranno vendere anche altri beni di consumo oltre al carburante, creando così reale concorrenza con l’obiettivo generale di far scendere i prezzi del carburante: i distributori non avranno più vincoli e potranno rifornirsi presso le compagnie che offrono il carburante a prezzi più convenienti, oltre alla possibilità della vendita dei carburanti anche presso i centri commerciali e supermercati.
Non solo, secondo Quotidiano Energia, grazie alla diffusione dei distributori no-logo, applicando al 90% del mercato lo sconto medio praticato attualmente dalle poche pompe bianche presenti sul territorio, si può stimare un risparmi complessivo di circa 2,1-2,4 miliardi all’anno.