Siamo o non siamo alla frutta? Per incrementare il PIL si pensa a intervenire su artifici particolari come l’accorpamento delle festività: il governo Monti sarà anche tecnico, ma, di certo, non è privo di fantasia.
A questo proposito, Raffaele Bonanni, segretario confederale della CISL, interpellato sulla vicenda si è affrettato a chiarire che
c’è troppa confusione su questa vicenda delle festività da sopprimere o da spostare al fine settimana: il governo si fermi e discuta opportunamente con le parti sociali, altrimenti si rischia di fare ulteriori danni al sistema economico, altro che far risalire il Pil
Infatti, per Bonanni
non può diventare un gioco di società: le festività rappresentano l’anima sociale e culturale di un Paese. Il presidente Monti convochi una riunione e parliamone senza estremismi. Ma non facciamo diventare anche questa vicenda delle festività l’occasione di polemiche e di divisioni strumentali
L’Ansa si è affrettata a illustrare il sistema attualmente in vigore nel resto dell’Europa.
In Francia i giorni festivi sono 11, mentre in Gran Bretagna la situazione, come tradizione anglosassone, è più diversificata; in effetti, in questo Paese le feste cadono sempre di lunedì tranne quelle religiose ma che vengono recuperate a inizio settimana se coincidono con il weekend e non esistono le festività dedicate ai santi o al patrono.
In Spagna, grazie alle riforme che vorrebbe introdurre il premier spagnolo, le feste, meno quelle più significative, si sposteranno al lunedì.
Al contrario, in Germania la situazione è più articolata per via del sistema federale. Ogni Lander ha un proprio regime festivo con un’unica festività nazionale: il 3 ottobre per l’unità tedesca. La Baviera ha 13 giorni festivi, il Baden-Wuerttenberg 12 e Berlino 9.
In realtà, quello che ci manca è una vera politica industriale e un serio rilancio delle nostre infrastrutture allo scopo di creare un volano per la nostra economia: è deprimente pensare che ci stiamo aggrappando a queste soluzioni artificiose per far risalire il PIL.