E’ stato pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 114 alla Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2010, il Decreto Legge 31 maggio 2010 n. 78, con il quale il governo ha emanato la manovra finanziaria per il 2011 ed il 2012 pari a 24,9 miliardi di euro.
Con il provvedimento sono state disciplinate anche alcune questioni che riguardano il mondo del lavoro e sulle quali, nei prossimi giorni, si effettueranno alcune riflessioni.
Secondo il ministro Brunetta
Il ritardo di qualche mese per chi aveva deciso di andare in pensione, è un sacrificio? Chiamiamola piccola iattura, ma non mi sembra una cosa insopportabile di fronte a tutto quello che sta succedendo in Europa e in giro per il mondo
In realtà quello che deve essere messo in evidenza che non è possibile introdurre ogni sei mesi modifiche al nostro sistema previdenziale vanificando aspettative e introducendo alchimie di bilancio.
Per il settore previdenza è possibile focalizzare il tutto in tre principali novità.
Per prima cosa è stata stabilita la nuova quota di invalidità, 85%, per conseguire l’assegno con decorrenza immediata e dal 2011 il trattamento di pensione di vecchiaia verrà liquidato trascorsi 12 mesi dalla maturazione del requisito.
Non solo, dal 30 novembre 2010 l’indennità di buonuscita è corrisposta in un’unica tranche per importi fino a 90 mila € ed in due importi annuali se superiori a 90 mila, ma entro 150 mila, laddove per importi superiori la corresponsione avverrà in tre rate annuali.
In sostanza si introduce un allungamento della vita lavorativa, da uno a dodici mesi per i lavoratori dipendenti a seconda dei singoli casi.
Dal prossimo anno, il sistema di uscita prevede un’unica finestra a scorrimento sia per i trattamenti di anzianità sia per quelli di vecchiaia. L’assegno spetterà un anno dopo la maturazione dei requisiti. La decorrenza è fissata al primo giorno del tredicesimo mese successivo a quello di maturazione dei requisiti.
Le nuove decorrenze si applicano anche ai lavoratori che possono vantare 40 anni di contributi, i quali dovranno, quindi, attendere 12 mesi per la decorrenza effettiva della pensione.
In pratica si dovrà lavorare un anno in più (41) ma pagati 40.
Così, ad esempio, chi è nato il 29 giugno 1962 e al 30 marzo 2010 ha versato 1508 settimane di contributi potrà andare in pensione non prima del 1 aprile 2022 a fronte del diritto maturato in data del 30 marzo 2021.
Va, comunque, evidenziato che le nuove regole non riguardano chi matura il diritto alla pensione entro il 31 dicembre dell’anno corrente.
A questo proposito consigliamo a tutti gli interessati a rivolgersi ad istituto di patronato per la verifica della propria situazione previdenziale ed apportare gli opportuni provvedimenti.
Ricordiamo che le prestazioni svolte da un patronato sono gratuite.