L’autunno del 2014 si presenta come uno dei periodi più movimentati dal punto di vista del mercato del lavoro, con la Riforma alle porte e il Jobs Act in via di approvazione. Ma tra le tante proposte in cantiere c’è anche quella dei Job Italia, presentata da Luca Ricolfi. Una proposta per riformare il mondo del lavoro e il rapporto tra lavoratori e aziende, a cominciare dai contratti, che avrebbe tra l’altro il vantaggio di non costare nulla allo stato.
Quella dei Job Italia è una proposta, che aspetta di essere trasformata in disegno di legge, che consente la creazione di nuovi posti di lavoro e permette ai lavoratori di ricevere l’80 per cento in busta paga del costo aziendale, invece del 50 per cento che viene oggi percepito. Vediamo quindi più da vicino come funziona.
Che cosa sono i Job Italia
I Job Italia sono una nuova tipologia di contratto riservato alle aziende, finalizzata all’incremento del numero degli occupati e alla riduzione della pressione fiscale. Si tratta di contratti agevolati destinati alle imprese che incrementano l’occupazione, rinnovabili dopo il primo anno per altri 3. Si configurano sia come contratti a tempo determinato – con durata massima di 4 anni – o contratti a tempo indeterminato, della durata minima di un anno.
Sono destinati a tutti i lavoratori, con la solo esclusione di chi ne ha già usufruito per più di 3 anni. Infine, la retribuzione. Secondo i Job Italia deve essere sempre compresa tra i 10 mila e i 20 euro l’anno. Passiamo quindi alle spiegazioni più tecniche.
Job Italia – Come funzionano
Secondo la proposta, ammesso che il costo aziendale sia pari al 100 per cento, la proposta prevede l’erogazione dell’80% in busta paga – ovvero il netto – con la differenza tra costo aziendale e netto che viene ripartita tra le seguenti spese:
- l’Irpef dovuta allo stato
- i contributi sociali di INPS e Inail – pari a tutto ciò che resta una volta versata l’Irpef allo stato.