Quante imprese italiane sono nate negli ultimi anni e quante, a causa dell’evidente crisi che ha colpito il mercato nazionale, sono passate tristemente a miglior vita? A questa e altre domande hanno fornito una efficiente risposta le ultime osservazioni compiute in materia da UnionCamere – InfoCamere e Movimprese, secondo cui, nel corso degli ultimi sette anni, ben poco si sarebbe mosso sul fronte del tessuto imprenditoriale tricolore.
All’alba del 2005, infatti, le imprese registrate alle Camere di Commercio erano 6.073.024 unità. Sette anni dopo, agli inizi del 2012, il numero era invece pari a 6.110.074: un incremento molto lieve, che ha fatto seguito a un triennio di discesa compreso tra il 2007 e il 2009.
Per quanto concerne i singoli anni, il più positivo è stato il 2005: sette anni fa, infatti, il tasso di crescita delle imprese registrate fu pari a 1,61 punti percentuali, frutto di 421.291 iscrizioni e 324.603 cessazioni e, pertanto, con un saldo positivo pari a 96.688 unità. La situazione iniziò tuttavia a cambiare nel successivo 2006, e non tanto per colpa di un calo di iscrizioni (anzi, si riscontrò un ulteriore incremento delle stesse a quota 423.571), quanto per un boom di cessazioni, che toccarono quota 350.238 unità, comprimendo il saldo positivo a 73.333 unità e il tasso di crescita all’1,21%.
Il peggio doveva tuttavia ancora arrivare: ed ecco quindi arrivare il triennio negativo per le imprese italiane. Nel 2007 il tasso di crescita diminuì allo 0,75%, con un record storico recente delle cessazioni, che toccarono quota 390.209 unità. Nel 2008 il tasso di sviluppo calò ulteriormente allo 0,59%, con un saldo positivo pari a 36.404 unità. Nel 2009 il tasso di crescita fu quasi nullo, pari a 0,28 punti percentuali, per un saldo pari a 17.385 unità.
Infine, eccoci arrivare al 2010 e al 2011: un biennio di lenta ripresa nel numero di imprese registrate, con un tasso di crescita che è salito dapprima all’1,19%, per poi scendere sotto la soglia psicologica del punto percentuale allo 0,82%.