Un tempo fucina di imprese di successo, ora il tessuto imprenditoriale lombardo e, al suo interno, quello “storico” di Monza, sembra conoscere gli effetti più duri di una crisi consolidatasi anche nel più fortunato Settentrione italiano. Stando a quanto sostiene una recente ricerca, infatti, mentre due anni fa in Lombardia le società di capitali e le cooperative nella fascia di fatturato più bassa (sotto i 250 mila euro) erano il 39,7% del totale, oggi ci troviamo dinanzi a un dato sicuramente più emblematico, secondo cui le imprese più “povere” rappresenterebbero il 43% dell’intero parco imprenditoriale della macro area.
In termini numerici, vi sarebbero pertanto oltre 75 mila società con un giro d’affari che non riesce a superare i 250 mila euro, rappresentanti di un fenomeno che continua ad allargarsi, e che rischia di comprimere sempre di più il business delle imprese lombarde.
Guardando in cima alla lista dei fatturati, scopriamo altresì che le grandi imprese con un giro d’affari che supera i 50 milioni di euro continuano a diminuire, scendendo per la prima volta al di sotto del punto percentuale sul totale (passando dall’1,21% di due anni fa all’attuale 0,99%).
Per quanto concerne le singole aree geografiche che più risentono delle difficoltà, segnaliamo senza alcun dubbio quelle di Lodi, dove le società della fascia più bassa – quelle con fatturato non superiore ai 250 mila euro – sono cresciute di 4 punti percentuali, passando dal 41% del 2009 all’attuale 45%. In crisi anche il giro d’affari di molte aree di Brescia e di Mantova, seguite da Cremona e Bergamo.
Proprio Brescia sarebbe inoltre l’area che più è in sofferenza per ciò che concerne le società con fatturati sopra i 50 milioni di euro. Secondo l’a Camera di Commercio di Monza e Brianza, infatti, nell’area ora oggetto di considerazione le imprese di grandi dimensioni starebbero diventando, pericolosamente, molto molto rare.