Il nostro ente, l’Inail, che si occupa di prevenzione e infortunio ha deciso di fare il punto della situazione su delicato segmento dei lavoratori domestico ponendo in evidenza che in questo settore solo il 10% di questi lavoratori sono tutelati.
Il dato arriva dal primo Rapporto ILO sul settore: su 52 milioni di persone, di cui l’83% sono donne, solo il 10% è tutelato.
L’ILO ha posto in evidenza, così come si evince dal Rapporto, che
Tra la metà degli anni 1990 e il 2010 c’è stato un aumento di oltre 19 milioni di lavoratori domestici in tutto il mondo. Molti migrano verso altri paesi in cerca di occupazione, ma è probabile che i dati sottovalutino l’entità reale del fenomeno, che in realtà potrebbe contare decine di milioni di persone in più
In realtà, dalle valutazioni ILO mancano circa 7 milioni di lavoratori non censiti perché hanno un’età inferiore di 15 anni.
Le due questioni di maggiore rilevanza sono i salari minimi e nessuna limitazioni degli orari di lavoro, ovvero l’Ilo denuncia le cattive condizioni di lavoro e l’insufficiente tutela giuridica.
Per l’ILO solo il 10% della categoria è coperto dalla legislazione generale del lavoro nella stessa misura delle altre professioni, più del 25% è completamente escluso dal diritto nazionale del lavoro, mentre oltre la metà non ha alcuna limitazione del proprio orario settimanale e circa il 45% per non ha diritto a periodi di riposo settimanale e alle ferie retribuite.
Il direttore generale delegato dell’ILO, Sandra Polaski, spiega che
Spesso sono costretti a lavorare di più rispetto agli altri e in molti paesi non hanno gli stessi diritti. Questo deficit, la dipendenza estrema dal datore di lavoro e l’isolamento dovuto alla natura stessa del loro incarico può renderli vulnerabili allo sfruttamento e agli abusi
I lavoratori migranti sono quello che accusano il maggior peso in termini di minime tutele: uno status giuridico precario e la mancata conoscenza della lingua locale e delle leggi li rende ancora più deboli.
Prosegue Polaski
Le notevoli differenze tra salari e le condizioni di lavoro rispetto a qualsiasi altro professionista nello stesso paese sottolineano la necessità di un’azione a livello nazionale da parte dei governi e delle parti sociali per migliorare la vita di questi individui vulnerabili