Francesco Belletti, il presidente del Forum delle associazioni familiari, nel corso di un seminario in occasione del festival di Fiuggi intitolato “Le nuove frontiere della conciliazione famiglia-lavoro”, organizzato dal Forum all’interno del Fiuggi Family Festival, è stato preciso e fermo nell’osservare che
Oggi in Italia l’esperienza familiare è di fatto subordinata al lavoro: non abbiamo un lavoro al servizio della famiglia, ma una famiglia al servizio del lavoro. Il tema della conciliazione fra i tempi di vita e quelli occupazionali è un nervo scoperto delle politiche familiari e lo vogliamo mettere in evidenza
Per Belletti occorre invertire la tendenza con uno sguardo ai giovani e al precariato. È necessario rispettare i tempi della famiglia riguardo all’esperienza lavorativa che, di fatto, oggi è subordinata dal lavoro. Non solo, è anche necessario porre un freno al precariato perché per Belletti
è ai giovani che spetta fare le famiglie del futuro
Gianlorenzo Bagatta, ricercatore Istat, ha messo in evidenza i numeri che servono a dimensionare il problema. Per Bagatta, secondo le stime Istat, nel biennio della crisi 2009-2010 circa il 90% (meno 482 mila unità ) della caduta dell’occupazione ha riguardato i ragazzi di età compresa fra i 18 e i 29 anni: il tasso di occupazione dei 18-29enni si è contratto, nel periodo considerato, di circa sei punti percentuali, arrivando al 42%.
Per Bagatta
L’Italia si configura come un paese con un clima sociale che ostacola il processo di transizione allo stato adulto e che risulta palesemente sfavorevole alla maternità e alla paternitÃ
È la famiglia di origine che argina le conseguenze di questa situazione: otto giovani su dieci, fra quelli che hanno perso il lavoro, vivevano infatti ancora in questo contesto. Secondo le cifre dell’Istat il 30% dei giovani ha un contratto atipico e il 30% svolge un lavoro non adeguato al proprio titolo di studio, quota che sale al 50% per i laureati.
Non solo, il tasso di occupazione dei giovani fra 15-29enni è del 34,5% in Italia, del 56,8% in Germania, del 46,6% in Francia, con una media Ue del 47,8%.
Per il ricercatore dell’Istat
In una realtà in cui le nuove generazioni subiscono fortemente l’esposizione al ciclo economico la combinazione tra una solidarietà familiare forte e un welfare pubblico debole alimenta una serie di dinamiche che tendono a frenare la mobilità sociale e possono rendere meno equa la nostra societÃ
Fonte Inail.