Sono decisamente calati gli infortuni sul lavoro in Italia visto che, almeno in base alle indicazioni offerte dall’Inail, gli infortuni sono stati pari a 725.174 casi, ossia una diminuzione del 6.6% in termini percentuali, e 920 infortuni mortali che rappresentano una diminuzione pari al 5,4% rispetto all’anno precedente.
Il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, ha esposto i dati dell’Istituto aggiornati al 31 marzo 2012, in presenza del Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e il presidente della Camera Fini. Se da una parte si è registrato un andamento senza dubbio positivo sulla totalità degli infortuni, dall’altra occorre lavorare su almeno due anomalie presenti nel nostro panorama lavorativo.
Infatti, il fenomeno dei lavoratori in nero, dove si stimano almeno 165mila infortuni, non è per nulla da trascurare e il dato posto in evidenza è stato stimato sulla base delle valutazioni Istat utilizzando propri indicatori con opportuni correttivi. Le stime Istat si basano su valori del 2010 dove, sempre l’Istat, aveva ipotizzato la presenza di almeno 3 milioni di lavoratori in nero che possono, in sostanza, offrirci una stima di almeno 164mila infortuni.
L’altro aspetto da non sottovalutare è l’aumento degli infortuni per le lavoratrici, in realtà le donne possono vantare, tristemente, un aumento dei decessi : si passa da 78 casi nel 2010 ai 90 del 2011 e la maggior parte dei casi è dovuto prevalentemente ai casi in itinere.
L’Inail ha però sottolineato che il lavoro femminile è sicuramente quello meno rischioso perché le donne sono occupate prevalentemente nei servizi e in settori a bassa pericolosità e, se risultano dipendenti in settori più rischiosi e disagiati, svolgono mansioni di tipo impiegatizio.
Per la CGIL il lavoro svolto dall’Inail è senza dubbio positivo anche se occorre considerare che
Il calo del numero di infortuni, così come di incidenti mortali, è decisamente un bene, ascrivibile anche agli accordi sindacali siglati sui temi della prevenzione
In effetti, per i Segretari confederali, Vera Lamonica e Elena Lattuada,
rimane aperta l’esigenza di mettere in trasparenza infortuni e morti che si registrano nel mondo del sommerso e in tutte le altre attività irregolari, dal caporalato ai molti appalti, specie nel settore dell’edilizia, fino a quelli legati a condizioni di precarietà. Problemi da aggredire urgentemente, parallelamente all’impegno collettivo e vincolante nei confronti del rispetto delle leggi e degli accordi sui temi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro