L’Inail, quale Istituto di riferimento nazionale nel campo degli infortuni, riafferma il suo ruolo istituzionale come centro di garanzia e controllo per la salute nei luoghi di lavoro.
Le cifre che l’ILO ha diffuso nei giorni scorsi sono davvero allarmanti e preoccupano seriamente; in effetti, i casi mortali – dovuti a infortuni e malattie professionali – sono circa 2,3 milioni mentre gli incidenti sul lavoro si registrano un valore di 337 milioni di casi.
Dati che confermano l’attenzione degli istituti di prevenzione e di tutela tanto da ribadire l’adozione dei Sgsl come strumenti che diventano essenziali per diffondere e assicurare la sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’Inail è da diverso tempo che esorta a utilizzare sistemi che permettono di monitorare e tenere sotto controllo la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma occorre però costruire prima una cultura della prevenzione sulla sicurezza e la salute, un impegno che deve coinvolgere tutte le componenti sociali: dai datori di lavoro ai governi, dai lavoratori alla organizzazioni che, per via del loro ruolo istituzionale, sono preposte a definire e mantenere livelli minimi di sicurezza.
Secondo l’ILO non deve essere tralasciato davvero nulla e occorre anche definire una nuova strategia di formazione mirata che possa dare un serio contributo consentendo di ridurre la quota dei 6300 morti giornalieri.
Per Somavia, direttore generale dell’ILO, questo è un bollettino inaccettabile che riporta cifre più tragiche di Aids e tubercolosi: più di 337 milioni di persone sono coinvolte in incidenti sul lavoro e oltre 2,3 milioni muoiono a causa di infortuni o malattie professionali.
I dati riportati da Juan Somavia non risparmiano nessuno
Dalle miniere agli impianti di prodotti chimici, dai lavori in ufficio a quelli nei campi, gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali rappresentano un carico pesantissimo in termini di perdita di vite umane e causa di invalidità rispetto a pandemie come l’Hiv/Aids e la tubercolosi.
Per l’ILO buona parte di queste tragedie potrebbero essere evitate utilizzando misure di prevenzione appropriate ponendo al centro del lavoro il lavoratore.
A questo proposito il nostro Istituto di riferimento è da diversi anni che si batte per una politica del lavoro che tenga conto anche della prevenzione, per una maggiore salvaguardia del lavoratore nel contesto produttivo e per il suo diretto intervento in fatto di recupero e di salvaguardia. In effetti, per l’Inail il lavoratore infortunato non deve sentirsi solo ma occorre, attraverso opportuni programmi di recupero e di inserimento, garantire le necessarie tutele reali.