Le cifre sono sempre allarmanti: in Italia più di mille persone hanno perso la vita nel 2009 per incidenti sul lavoro, circa 300 sono morte a seguito di una malattia professionale mentre 790mila sono stati gli infortunati.
Sono cifre che dimostrano che l’impegno speso a favore di tutte le iniziative in questo senso non sono sufficienti per tutelare la salute dei lavoratori.
Il messaggio inviato dal Presidente delle Repubblica, Giorgio Napolitano, all’ Anmil (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro) in occasione della 60/ma giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro che si è celebrata il 9 ottobre a Modena, pone in luce questi aspetti:
Nonostante i progressi che hanno contribuito a contenere il grave fenomeno, continuano purtroppo a registrarsi ogni giorno infortuni sul lavoro, troppo spesso mortali, anche a causa di inammissibili superficialità e gravi negligenze nel garantire la sicurezza dei lavoratori.
Il presidente dell’Anmil, Franco Bettone, ha voluto evidenziare che
I numeri pur se con una tendenza alla diminuzione la cui rilevanza è comunque tutta da verificare rispetto alla crisi produttiva in atto, continuano ad essere impressionanti ed occorre sempre tenere alta la guardia intervenendo sul piano della vigilanza, della formazione e dell’informazione.
Secondo la CGIL due devono essere gli obiettivi: cultura della sicurezza e tolleranza zero. Due obiettivi che, secondo la Confederazione, devono essere perseguiti senza se e senza ma se si vuole rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro e difendere la tutela individuale e collettiva dei lavoratori.
Secondo Claudio Iannilli, del Dipartimento Settori produttivi, salute e sicurezza della CGIL, intervenendo al convegno ha voluto evidenziare che
è necessario sostenere una serie di iniziative, che mirino allo sviluppo di programmi a sostegno della prevenzione, penso ai processi formativi, al potenziamento degli organi preposti ai controlli, programmi e investimenti.
Approfittando dell’occasione, il rappresentante della CGIL, come previsto dalla legge 81, ha richiesto il finanziamento e quindi l’attivazione di percorsi formativi all’interno delle scuole.