Il comitato amministratore dell’Inpgi ha approvato due interessanti proposte che saranno sottoposte ai Ministero vigilanti del Lavoro e dell’Economia per la loro definitiva approvazione. La prima mira ad esentare dal versamento dei contributi per tutti colori che non superano i 3000 euro di compensi, mentre la seconda prevede la restituzione dei contributi a 65 anni.
L’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani dispone di una sezione separata denominata Inpgi2. Il sistema previdenziale italiano si regge su un quadro pluralistico in grado di tutelare diverse categorie di lavoratori richiamandosi alle varie leggi in materia. L’Inpgi gestisce unitariamente, in regime sostitutivo e con regolamentazione autonoma, tutte le forme assicurative obbligatorie di previdenza ed assistenza a favore dei giornalisti professionisti.
Secondo il presidente dell’Inpgi Andrea Camporese, l’idea è quella di
razionalizzare l’intero impianto previdenziale assicurando, da una parte l’armonizzazione con la Gestione separata Inps per i lavoratori autonomi, e dall’altra la più ampia tutela previdenziale al momento della cessazione dell’attività lavorativa. Tuttavia non vanno sottaciute alcune difficoltà legate all’impianto generale delle norme sul sistema pensionistico del lavoro non dipendente. Confido, al riguardo, di poter individuare percorsi condivisi con i Ministeri vigilanti che portino all’approvazione delle delibere in questione nell’interesse prioritario degli iscritti e della sostenibilità del sistema stesso.
In sostanza, la prima proposta prevede l’esenzione dall’obbligo di versare i contributi alla Gestione separata per i giornalisti liberi professionisti con o senza partita Iva che, nell’esercizio di attività giornalistica autonoma, percepiscano un reddito annuo inferiore a 3.000 euro.
In questo modo si eliminerebbe l’attuale sistema che prevede la contribuzione obbligatoria a prescindere dall’ammontare del reddito percepito.
Oggi si è obbligati a versare un contributo minimo di 70 euro per i primi cinque anni, ed elevati a 200 per gli anni successivi per ricevere solo qualche decina di euro di pensione.
Per dovere di cronaca ricordiamo che il maggiore istituto previdenziale italiano, Inps, non richiede nessun contributo per le attività giornalistiche che rientrano tra le attività di cessione del diritto d’autore.
Nel dettaglio, l’esenzione interesserà soltanto i giornalisti liberi professionisti con o senza partita Iva e non i giornalisti Co.co.co.; in caso di superamento del tetto dei 3.000 euro annui, la contribuzione dovrà essere versata sull’intero reddito annuale percepito.
Questa non è la sola novità. Infatti, la seconda proposta approvata prevede, per tutti gli iscritti alla Gestione separata, la restituzione dei contributi una volta compiuti i 65 anni di età.
Ad oggi, la restituzione dei contributi, al 65° anno di età, ora possibile solo per coloro che non abbiano raggiunto i cinque anni minimi di versamenti richiesti per ottenere la pensione, verrà estesa anche a chi abbia versato più dei cinque anni minimi, ma il cui montante utilizzato per il calcolo della pensione risulti inferiore o uguale a circa 18.000 euro.